Fernando Signorini è stato il preparatore atletico personale di Diego Maradona nei migliori anni della sua carriera. Era al suo fianco nei sette anni a Napoli e ne ha parlato in un’intervista al quotidiano argentino La Nacion, con clamorose dichiarazioni sulla dipendenza dalla cocaina dell’ex Campione morto il 25 novembre scorso, sui rapporti con il Napoli e con la camorra.
Il boss Carmine Giuliano. «Una volta lo trovammo al campo Paradiso di Soccavo a guidare i cori dei tifosi per Diego, che era rientrato in ritardo dall’Argentina: lui era il capo della tifoseria (…). Ricordo quando uscimmo dall’albergo di Napoli per andare a giocare la partita contro l’Italia al San Paolo nel ’90: Carmine Giuliano era sulla prima moto che ci faceva da scorta». Come si ricorderà, fu in casa dei Giuliano che Maradona venne ritratto nella vasca da bagno a forma di conchiglia.
La droga. «Dissi al medico del Napoli dei problemi di Diego e lui mi indirizzò presso un centro di recupero di Castellammare di Stabia. Parlai con il responsabile che ci invitò a partecipare alla terapia di gruppo. Non accadde nulla: tutti sapevano della dipendenza di Diego ma nessuno decise di agire».
La proposta. «Una volta Diego mi offrì la droga a Napoli, a casa di sua sorella Maria e del cognato Gabriel Esposito. Dissi di no e lui non fece più quella proposta».
La squalifica. «Nella settimana prima di quella partita Napoli-Bari Diego era stato male per tre giorni. La domenica mattina decise di andare comunque campo Paradiso e poi di giocare. Si sentiva bene, pensava di essere pulito ma non aveva fatto i conti con i metaboliti e con il fatto che il Napoli si era stancato. C’era di mezzo anche l’eliminazione dell’Italia, quindi se non fosse stato per quella partita sarebbe stato per la successiva».
Fonte IlMattino.it