In partenza non c’è Locatelli, piacevole sorpresa dell’Europeo. Ma non bisogna stupirsi: Mancini ha aspettato Verratti per 37 giorni, rischiando di sprecare un convocato. Adesso, avendolo recuperato, ha deciso di andare sul sicuro, piazzandolo come nelle esibizioni più significative accanto a Jorginho. Il doppio play, del resto, è il principale riferimento dell’idea del ct. La regia in alternanza libera Barella che sa come e quando inserirsi. In campo, insomma, l’Italia migliore del momento, anche se l’efficacia della formula durerà a Londra solo fino all’intervallo. Chiellini è più avanti di Florenzi, ma va ancora in tribuna. Confermato Acerbi accanto a Bonucci. E Di Lorenzo da terzino destro. Dove fatica. Da quel lato si presenta Alaba e, sempre nella sua zona, attaccano Sabitzer e Baumgartner, interpreti pregiati di Foda. Il segreto della nazionale è stato ormai scoperto. Si sceglie la sinistra per costruire. Jorginho cerca la sponda che di solito è Verratti. L’altra scelta rimane Insigne. Alla profondità pensa Spinazzola che ha fatto il pieno approfittando della sosta contro il Galles. Laimer, l’esterno alto del 4-1-4-1, si dedica esclusivamente al fluidificante romanista. Sarà la sua una serata da terzino, con l’Austria che spesso allinea 5 difensori.
Jorginho alza presto il ritmo e costringe Foda a rinunciare all’aggressività nella metà campo azzurra. L’Austria deve abbassarsi per limitare inziailmente i rischi. Davanti alla difesa si sistema Grillitsch che sa come comportarsi. Lo aiuta Schlager che ha più dinamismo di Sabitzer. Ma i trapezisti di Mancini sono ispirati. Insigne va in altalena, Lainer resiste. La continuità di Jorginho e Verratti nel palleggio dà però forza all’iniziativa dell’Italia che lascia solo qualche contropiede al centravanti Arnautovic che ha comunque qualità. Chiude a sinistra Alaba, in mezzo fanno muro Dragovic e Hinteregger. Il trio usa il fisico per respingere le conclusioni di Berardi, Immobile e Verratti. C’è solo l’Italia nel 1° tempo: sempre in controllo del match, comanda, ricama e quindi diverte. Spinazzola scatta a sinistra e invita al tiro Barella: destro in corsa e salvataggio di piede del portiere Bachmann. Insigne si accentra e appoggia su destro di Immobile. Anche lui calcia da fuori area e di destro: palo. Spinazzola lascia la fascia per andare a concludere: Bachmann devia in angolo. Il dominio azzera i pericoli. Come la disponibilità: Insigne, ad esempio, si sacrifica a sinistra per coprire, quando serve, Spinazzola, ala mascherata, e fino a un certo punto, del 4-3-3.
Fonte: Il Mattino