Il mondo di Zeman racchiude 50 anni di calcio e 3 tenori

0
Dentro il mondo di Zeman, ci sono cinquant’anni di calcio ed anche un po’ di Napoli. Sei partite appena, perché i sogni durano niente («Mi sarebbe piaciuto fare qualcosa, non mi fu permesso. Quella squadra non era da retrocessione») e ora c’è una parte di Napoli che l’ascolta rapita per sentire ancora l’effetto che fa: «L’Italia per me può vincere gli Europei. Hanno meriti conquistati con il gioco e con la qualità. E poi Mancini non tradisce se stesso e la sua cultura da calciatore: giocare per divertire».

Factory della Comunicazione

Dici Italia e pensi a Verratti, Insigne e Immobile. 3 tenori: «Non so quanto io abbia dato a loro, forse sì, qualcosa. Ma erano bravi da giovani e lo sono di più adesso. Insigne lo vidi al Viareggio con Pavone, il Napoli poi lo mandò alla Cavese, dove giocò poco, e così lo portai prima a Foggia e poi a Pescara. Dove c’era già Verratti e prendemmo Immobile, che aveva segnato poco. Ragazzi straordinari, con una voglia di imparare e di imporsi. Per me Lorenzo – che spero resti a Napoli – è il più forte calciatore italiano. E se in Francia dicono da un bel po’ che Verratti è il miglior centrocampista della Ligue 1 hanno ragione. E Ciro è stato fantastico, ha lavorato per crescere, altri potevano avere mezzi tecnici e fisici superiori e lui li ha superati con la serietà e la dedizione».
Ora che il calcio tornerà ad essere dei tifosi, ci sarà spazio anche per provare i brividi di una sfida a distanza ma ravvicinata tra Mourinho e Sarri: «E sarà bella per entrambi. Io mi auguro che facciano bene tutti anche se dei due solo uno potrà vincere. E Roma è una piazza difficile». Ma ci sarà il Napoli di Spalletti: «E’ bravo, lo ha detto il campo, al quale come sempre passa poi la parola. E però in passato ha avuto qualche problema caratteriali con calciatori importanti». «Italiano dice che mi prende a modello e sono fiero. Se andasse alla Fiorentina, come sembra, sarebbe interessante seguirlo, anche se penso sia più complicato convincere i giocatori viola, rispetto a quelli dello Spezia, a fare ciò che lui chiederà loro».
Le voci dell’innocenza, poi, nel loro candore, sanno essere anche maliziose e un bambino ci prova: «Scusi, Zeman, ma preferisce più Verratti o Jorginho come regista?». Un sorriso largo e un concetto che guarda all’infinito: «Io sono di parte, scelgo Marco, però anche Jorginho è un gran bel calciatore». Perché non si dica che sia divisivo.
CdS
Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.