Londra lo ha consacrato tra i big, Jorginho. Italiano per caso, ma non per sbaglio. Nello sport si chiamano oriundi. «Non ho mai avuto dubbi, volevo giocare con la Nazionale azzurra e non con il Brasile». Jorginho debutta titolare con l’Italia nella notte dell’apocalisse: quella dello 0-0 con la Svezia, l’11 novembre del 2017. Ora c’è lui al centro di ogni cosa del gioco del ct Mancini. Lo aveva solo intuito Ventura, fuori tempo massimo. Insegue un gol che pure farebbe la storia. Sangue brasiliano sotto la maglia azzurra. Frello Filho Jorge Luiz ha atteso per quasi cinque anni la chiamata dell’Italia: diventa italiano nel 2012, con la firma al Comune di Verona (il sindaco è Tosi e la sua foto è in bella mostra nella sua abitazione a Primrose Hill). Prima di essere convocabile devono, però, trascorrere 4 anni. Quando Conte lo fa debuttare con la Spagna lo chiamano traditore in Brasile. Il trisnonno era partito dal Veneto, come tanti alla fine dell’Ottocento.
Il Mattino