Sette per quattro, in tre sono di troppo per il poker offensivo. Sarà turnover

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Sette uomini per quattro posti: il poker offensivo che nell’idea tattica del signor Luciano dovrà garantire l’urto di un’onda azzurra ammirata soltanto a sprazzi nel corso della stagione precedente. Straripante, l’attacco del Napoli, in certi momenti del campionato concluso con l’incredibile delusione Champions: il 6-0 rifilato al Genoa (falcidiato dal Covid) è un esempio lampante, proprio come il 4-1 con l’Atalanta e con il Cagliari; il 4-0 con la Roma e con il Crotone; il 6-0 con la Fiorentina; il 5-2 con la Lazio; il 5-1 con l’Udinese. Sberle e schiaffoni nelle giornate di grazia, d’ispirazione massima, che però in troppi casi sono state offuscate da partite inspiegabili, di stranissima generosità in zona-gol. Ivi compresa l’ultima con il Verona: ma questa è una storia da dimenticare. Il grande attacco, dicevamo. O meglio: la fase offensiva da rendere super con maggiore continuità in virtù di un lavoro certosino sul famoso veleno, concetto carissimo a Gattuso nonché maledizione della sua era.  F. Mandarini (CdS)

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