Seconda regola di Spalletti: ripartenze feroci, palla rubata e assalti sincronici

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G. Dotto (CdS):

Factory della Comunicazione

“Costruzione del gioco da dietro per favorire le caratteristiche di un classico buttadentro d’area.
Il Napoli che Spalletti trova sembra disegnato per il suo calcio d’incursori illeggibili. Insigne, naturalmente. Zielinski e Mertens su tutti. Ma anche Lozano, Politano (che ha già avuto alla Roma), Elmas e Fabian Ruiz. Tutti giocatori che sanno godere della condizione di essere precari dentro la partita. Non esseri proprietari di un ruolo o di una zona del campo. Il calcio celebratissimo di Guardiola al Manchester City, per capirci, che sta nella testa di Spalletti dagli anni dell’Udinese. In quanto al portiere. Spalletti non ama l’alternanza (a Roma ne aveva due di valore mondiale, Szczesny titolare e Alisson in panchina). Intuibile che punterà sul talento giovane di Meret, a cui dovrà solo accendere quel sacro fuoco che a Napoli chiamano cazzimma.
Se lo conosco un poco, Spalletti avrà cominciato ad amare i suoi giocatori del Napoli quando ancora non erano suoi. È il suo modo. In questo molto simile a Mourinho. Lasciarsi ossessionare da chi dovrà spartire con lui una storia comune. Insigne e compagni. Statene certi. Avrà imparato tutto di loro, dai tic facciali al colore e alla foggia delle scarpe preferite. Li sorprenderà sin dal primo giorno”. Fonte: CdS 

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