Serie A, niente più contemporaneità. Lunedì si vota, i dettagli
Una finestra per ogni partita: si giocherà alle 12.30, alle 14.30, alle 16.30, alle 18.30 e alle 20.45
Una finestra per partita: la serie A punta a cancellare la contemporaneità. Non ci saranno più, quindi, le tre gare alle 15 della domenica, ma ogni match avrà una propria collocazione temporale. Per ottenere questo risultato, verrà reso definitivo il quarto slot al sabato e ne verrà inserito un quinto alla domenica. La variazione è all’ordine del giorno dell’Assemblea di Lega fissata per lunedì. E tutto lascia credere che verrà approvata. Salvo correzioni, sempre possibili, il nuovo schema prevede che al sabato si giochi alle 14.30, alle 16.30, alle 18.30 e alle 20.45 e che alla domenica si cominci con il lunch-match delle 12.30, per poi proseguire con lo stesso programma del sabato. Resta invariata la finestra del lunedì alle 20.45.
PLATEA PROPRIA. Non si tratta di un fulmine a ciel sereno. In via Rosellini se ne stava discutendo già da qualche tempo e, peraltro, nella Liga questa impostazione viene già adottata. Le ragioni che spingono in questa direzione sono molteplici. Innanzitutto, non essendoci sovrapposizioni, a ciascuna squadra viene concessa la propria platea di spettatori/tifosi. L’utente non dovrà più scegliere, anzi sarà libero di farsi un’indigestione di calcio. Basti pensare che nell’ultima giornata, o nei turni infrasettimanali, quando aumentano le gare in contemporanea, l’audience cumulata è più bassa. E la spiegazione è semplice: il numero degli utenti della serie A è lo stesso. Da sottolineare che la novità porta pure vantaggi tecnici. Le tre gare originariamente fissate alle 15 facevano parte del pacchetto acquistato in esclusiva da Dazn. Ebbene, senza contemporaneità, vanno a ridursi gli eventuali inconvenienti che nascerebbero da un intasamento della banda.
COPPA ITALIA. Lunedì si voterà anche per lo sponsor del campionato (Tim ha rinnovato la sua offerta) e per il bando sui diritti della Coppa Italia: con il nuovo format, che prevede più gare in prime-time con squadre di A, l’obiettivo è alzare i ricavi dell’ultimo triennio, ovvero i 35,5 milioni a stagione della Rai.
A cura di P. Guadagno (CdS)