Maradona, “quella promessa”, la lite con Bearzot: Bruscolotti racconta

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Potrebbe raccontare per ore, Peppe Bruscolotti. Aneddoti, eventi, episodi, discussioni. Nella sua vita dipinta d’azzurro c’è stata l’essenza della sua esistenza. C’è stato Maradona. Niente come la sua amicizia.

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Lo scudetto del 1987 è stata la sua più grande gioia. «Maradona e la sua amicizia sono stati l’altro grande dono che mi ha portato il calcio. Gli ho dato la fascia da capitano una sera a Macerata quando ho capito che sarebbe stato il giusto riconoscimento per il campione che mi avrebbe potuto regalare lo scudetto. Lui mi disse: Non ti farò smettere senza aver vinto il campionato. E ha mantenuto la promessa».
A Soccavo lo marcava lei? «Quasi mai, se non per gioco. Ma una volta lo marcai sul serio, in un Napoli-Argentina. Allora mi raccomandai a lui: Per carità, Diego, non farmi fare figure di m… con i tuoi giochetti che mi incazzo. E lui scoppiò a ridere: Stai sereno, me ne sto buono. E così fece».
Peccato per la Nazionale. «Con Bearzot non scattò mai il feeling. Ero nell’Under 23 e non giocavo mai. Allora lo affrontai a muso duro: Se non gioco io che sono titolare nel Napoli ma giocano le riserve delle altre squadre, me ne sto a casa. Lui mi disse: Bene, se ne può tornare a casa anche adesso. Non me l’ha mai perdonata».

P. Taormina (Il Mattino)

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