I personaggi chiave di tutta la vicenda della morte di Maradona

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Presa di mira  Nancy Forlini, anello di congiunzione tra i medici personali di Diego e l’azienda di medicinali prepagati. Nello specifico, viene accusata di non aver fornito gli elementi necessari per il ricovero domiciliare e di non aver effettuato un’analisi della casa di Tigre per avvertire che non aveva i requisiti minimi per un paziente come l’ex calciatore, appena dimesso dall’ospedale. Quanto poi agli infermieri Dahiana Gisella Madrid e Ricardo Almiron sono accusati di non aver assistito correttamente Diego nelle ore precedenti la sua morte. «Hanno effettuato – è scritto – controlli sbagliati: o perché non li hanno fatti correttamente o perché hanno persino omesso di entrare nella stanza». È probabile, quindi, che nei giorni precedenti già si potevano notare segni e sintomi compatibili con lo scompenso cardiaco che ha poi portato alla morte. A questi argomenti si allegano quelli che complicano la posizione del settimo imputato, Mariano Perroni, capo degli infermieri che, sempre secondo la relazione della Procura, non ha controllato come avrebbe dovuto e ha omesso o nascosto informazioni nelle sue relazioni. «Ha mostrato un comportamento disinteressato e indifferente di fronte alla situazione di emergenza». E in tutto questo spettrale scenario, i pm hanno scritto che dai telefoni cellulari emerge che il team medico sapeva che negli ultimi mesi della sua vita, Maradona avrebbe continuato a bere alcol in eccesso e avrebbe fatto uso di farmaci psichiatrici e di marijuana. P. Taormina (Il Mattino)

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