De Paola: “Insigne non è una bandiera, ha dimostrato di voler andare via. De Laurentiis spera di ricomporre la frattura con Gattuso”
A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Paolo De Paola, giornalista ed ex direttore di Tuttosport e Corriere dello Sport: “Per me allenatori e giocatori sono professionisti che non possono essere definiti traditori se passano a una squadra rivale. Oggi calciatori simbolo non esistono più. Insigne non rientra in quest’ultima categoria, ha spesso mostrato insofferenza e la scelta di prendere Raiola come procuratore dimostrava che volesse andare via. La decisione di Sarri di andare alla Juve è stata vigliacca, ha venduto la sua ideologia al ricchissimo contratto offertogli dai bianconeri. Penso che sia Gattuso a non voler restare a Napoli, De Laurentiis già da tempo sta mostrando segnali di riavvicinamento e spera che la frattura si possa ricomporre. Vedo impossibile una convivenza tra De Laurentiis e Spalletti, il quale ha un carattere suscettibile con tutti, soprattutto con la dirigenza. È andato via dall’Inter per i rapporti ormai logori con Marotta. Fonseca si è dimostrato non solo un bravo allenatore, ma anche una bravissima persona. A mio parere, il Milan resterà fuori dalla Champions League, vincere a Bergamo contro questa Atalanta sarà difficilissimo. Molto dipenderà dalla finale di Coppa Italia, l’esito cambierà l’approccio della Dea. Sono nauseato dalle simulazioni di tutti i calciatori, non solo quelli della Juve. Non mi convincono le critiche di Del Piero e Marocchi alla Juve, mi sembrano facciano parte di una strategia di Sky iniziata dopo la vicenda Superlega. Calvarese è stato disastroso, ma il colpevole principale è Rizzoli”.