Un colpo che assomigliava molto a quello del ko, con un dolce scavetto al termine di una galoppata di quasi 50 metri. Pallone in rete e mani al cielo, mentre sul volto del 22enne nigeriano si disegnava un sorriso bello come il sole. Ma il sorriso viene spento ed il gol viene annullato. Una mano su Godin è giudicata fallosa. Sarebbe stata una doppietta. Peccato la zampata iniziale di Osimhen non sia bastata a regalare i tre punti. Il terzo gol di fila dell’attaccante nigeriano (ottavo in campionato) non è stato sufficiente. Da quando è tornato a pieno regime, il Napoli ha trovato in lui il porto sicuro nel quale rifugiarsi nei momenti di difficoltà, l’uomo da cercare con la palla alta o da lanciare in profondità. Non è più un mistero, perché quando Osimhen scatta, le difese avversarie tremano. Nel 4-2-3-1 di Gattuso, Osimhen è il terminare offensivo perfetto. Non solo perché ha la possibilità di sprigionare la sua velocità nell’uno contro uno, ma perché adesso è riuscito anche a creare il giusto feeling con i compagni. Ieri avrebbe anche avuto la possibilità per altri due gol, ma prima con un colpo di testa e poi con un mancino in corsa ha spedito il pallone di poco largo rispetto alla porta difesa da Cragno. Errori, certo, ma che non bastano a oscurare la sua prestazione generosa.
Il Mattino