Agnelli scarica Paratici: «Lui ha ampia delega, m’informa in modo occasionale»
Tranquilli, mai. In questa interminabile stagione, in casa Juve non c’è un giorno che possa passare senza che nuove o vecchie preoccupazioni possano tornare a galla. Come lo spettro del caso Suarez all’interno delle indagini della Procura di Perugia. Con alcuni passaggi della testimonianza del presidente bianconero Andrea Agnelli che sembrano stridere con quelle di Maurizio Lombardo, ex segretario della Juve e per dieci anni definito come l’uomo dei contratti.
NON SAPEVA. Il presidente bianconero, della vicenda Suarez, avrebbe saputo poco o nulla. In termini di mercato sarebbe stato informato da Pavel Nedved durante un pranzo di fine agosto «che il giocatore del Barcellona si era proposto con un sms». In generale come per ogni altra trattativa tutto era in mano a Fabio Paratici: «Ha ampia delega nei limiti del budget assegnato. Naturalmente mi informa in modo occasionale e casuale». Agnelli non ricordava di aver ricevuto informazioni sulle attività relative al conseguimento della cittadinanza comunitaria di Suarez, dell’esame in programma seppe solo attraverso i giornali, non ha notato nulla di strano nei contatti tra Paratici e il ministro De Micheli. E non ricordava nemmeno la richiesta via mail da parte di Lombardo dell’invio della griglia di proposta contrattuale all’avvocato di Suarez. Ma l’ex segretario bianconero aveva spiegato ai PM (come rivelato dal Corriere della Sera) di aver ricevuto tramite lo stesso Paratici l’autorizzazione a procedere da parte di Agnelli: «Il presidente non mi ha mai risposto ma Paratici mi ha riferito che ci aveva parlato lui e che potevo procedere con l’invio all’avvocato Zaldua». E del fatto che Lombardo avesse chiesto alla segreteria di Agnelli un incontro con il Prefetto di Torino per una richiesta di informazioni riferita alla vicenda Suarez, il presidente è stato informato solo «ex post».
QUANDO SALTA. Il 14 settembre Lombardo inviò alla Uefa una richiesta di parere per sapere, data l’eccezionalità del momento storico, se potesse essere inserito in lista Champions anche dopo la scadenza fissata. Un fatto che per Agnelli «costituisce prova che il 14 settembre era già chiaro che Suarez non poteva essere tesserato per tempo». Ma solo dopo la richiesta Lombardo scopre dai media che la Juve si sarebbe tirata indietro dalla trattativa, come poi confermatogli da Paratici.
L’INCHIESTA. Il lavoro della Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone, nelle scorse settimane aveva intanto concluso l’inchiesta nei confronti dei vertici dell’Università per gli stranieri di Perugia. Contestato il falso e la rivelazione di segreto alla professoressa Stefania Spina, all’ex rettrice Giuliana Grego Bolli e al direttore generale Simone Olivieri, per aver inviato a Suarez il 12 settembre «il file pdf contenente l’intero svolgimento della prova del 17 settembre». Contestato il reato di falso anche all’avvocato Maria Turco, uno dei legali rappresentanti della Juve che si era occupata di fare da tramite nell’organizzazione dell’esame stesso e che secondo l’accusa sarebbe stata «concorrente morale e istigatrice» della prova indetta e sostenuta «solo per consentire al calciatore di ottenere, nei tempi richiesti dalla Juve all’esito di una fittizia procedura di esame, la certificazione linguistica». Le indagini nei confronti di Paratici e dell’avvocato Luigi Chiappero sono relative, invece, a falsa informazione a pubblico ministero, un procedimento questo che è stato sospeso fino alla definizione del fascicolo principale.
A cura di Nicola Balice (CdS)