F. De Luca (Il Mattino): “Gattuso e DeLa ripensateci il matrimonio s’ha da rifare”
I 22 punti conquistati nelle dieci partite giocate negli ultimi due mesi, con la squadra arrivata a due lunghezze dalla zona Champions (e a tre dal secondo posto), sollecitano una domanda: è giusto che a fine campionato le strade del Napoli e di Gattuso si dividano? La risposta è no. Per cinque motivi.
1) Il prolungamento del rapporto è possibile. Né De Laurentiis né Rino hanno preso impegni, ovviamente verbali, con un altro allenatore e un altro club e anzi avevano già raggiunto un’intesa per il rinnovo fino al 2023 finché non è accaduto qualcosa a inizio gennaio che ha spinto il presidente a fermare tutto. Per quale ragione? Perché la squadra balbettava da alcune settimane arretrando in classifica? Il tempo ha dimostrato che lacune del Napoli ed errori del suo tecnico erano accentuati dalle numerose e contemporanee assenze. Ricompattata la rosa, Gattuso è tornato lassù, abbinando il gioco ai risultati. E adesso se la gioca per la Champions, l’obiettivo stagionale.
2) A fine gennaio, dopo la partita persa in malo modo a Verona, si era creato un clima di tensione tra De Laurentiis e Gattuso, seccato per le voci sui contatti con altri allenatori per la sua immediata sostituzione. «Ho grande rispetto per il presidente, ma negli ultimi giorni c’è stata un po’ di delusione da parte mia», disse Rino dopo aver battuto il Parma e queste parole vennero interpretate come un attacco, quasi un atto di insubordinazione, da taluni. Aveva espresso un forte malessere, da persona sincera. Le relazioni, anche quelle che particolari caratteri rendono complicate, si possono ricomporre se vi è un interesse comune, come è accaduto nelle ultime settimane, con il presidente che ha fatto sentire la propria presenza, non solo formale.
3) Quando De Laurentiis ha deciso di dare esclusivamente retta alla sua esperienza, affiancando Gattuso nella fase più delicata, ha valutato il rapporto tra il tecnico e lo spogliatoio. Massima compattezza e nessuna incrinatura, al contrario di quanto era accaduto con Ancelotti, licenziato nel dicembre 2019 nonostante avesse conquistato la qualificazione Champions perché la squadra ne contestava i metodi. Rino conosce a fondo questo gruppo e resterebbe l’allenatore giusto per farlo crescere (e con esso crescere: non si dimentichi che ha 119 panchine in serie A). Chi lo ritiene modesto e inadeguato, talvolta con pregiudizio, conta le sconfitte in campionato (9). Ma se si va ad esaminare la percentuale di partite vinte, Gattuso è terzo (57,78 per cento) alle spalle di Pirlo (64,44) e Conte (61,9) e prima di Gasperini (56,82) e Pioli (55,32).
4) Circolano da tempo nomi per la panchina del Napoli 2021-2022. Dopo il divorzio da Benitez, cinque anni fa, De Laurentiis fece un casting ampio, partendo da Unai Emery – vincitore dell’Europa League con il Siviglia – e alla fine scegliendo Sarri, che avrebbe fatto le fortune del club sotto l’aspetto dei risultati e della valorizzazione dei giocatori. Se il Napoli dovrà ridimensionare gli ingaggi, e dunque non potrà aspirare a un top (Allegri), ha senso ricominciare daccapo con un uomo differente da Gattuso?
5) Uno dei nodi del futuro del Napoli è il rinnovo di Insigne, il cui impegno scade nel 2022. Le parti non si sono ancora messe a discutere concretamente: non si prevede una trattativa agevole sotto l’aspetto economico, a prescindere dalla volontà di Lorenzo di restare in maglia azzurra. Gattuso ha un rapporto straordinario con il capitano, gli ha dato piena e incondizionata fiducia e ne è stato ricambiato. La sua permanenza in panchina potrebbe essere un ulteriore stimolo per il capitano, così come è accaduto un anno fa per Mertens, tentato alla scadenza del contratto da Inter e club stranieri.
La risposta alla domanda sull’allenatore del Napoli del futuro è questa: sì, Gattuso deve restare perché è opportuno dare continuità tecnica. Ma c’è un’altra domanda: De Laurentiis e Rino – due uomini che vivono di passioni e che sanno essere razionali nei momenti decisivi – che ne pensano?
Fonte: Il Mattino