Queste le parole di Eugenio Fascetti, ex allenatore, fra le tante, di Lazio e Bari, ai microfoni di 1 Station Radio: “Sono stato l’allenatore che ha lanciato Antonio Cassano. I piedi di FantAntonio li hanno in pochi, ma la sua visione di gioco nessuno. Osimhen? Era partito molto bene, si impegna, ma ancora non mi convince, è acerbo. Un giocatore di prospettiva ma da migliorare in molte cose. Il Napoli è una buona squadra, fa un buon gioco, ma ha dei difetti. Agli azzurri, in avanti, servirebbe uno bravo a scambiare passaggi, considerati i giocatori che hanno, e non una boa al centro dell’area di rigore. Un errore comprare tipologie di attaccanti come Petagna e Oismhen. Andrea è un buon giocatore, un ragazzo che dà tutto, ma per fare il salto di qualità ci vuole altro. Bakayoko? Non me lo ricordo (ride, ndr). Mi sarei arrabbiato moltissimo, al posto di Gattuso, per l’errore a Sassuolo. Di Lorenzo è stata una sorpresa. Koulibaly-Manolas? Pensavo fossero la coppia più forte del campionato, ma Kostas non è mai maturato. Kalidou era perfetto insieme ad Albiol, lo spagnolo era un martello, un difensore sempre sufficiente e ordinato, anche se con meno qualità del greco. Anche Koulibaly non è più quello visto con Sarri, mi ha deluso.
Napoli-Lazio? Gli azzurri, se vogliono raggiungere la Champions, devono vincere. Hanno diversi vantaggi, ma la Lazio in contropiede è micidiale, non dovranno commettere errori a centrocampo. Ciò che proprio non capisco è la partenza dal basso: la domanda non è quanti gol si segnano giocando così, ma quanti se ne subiscono. Per attaccare l’avversario bisogna verticalizzare e non fare il giro del campo. È una moda che finirà presto. Bisogna cercare di essere più veloci, come all’estero. Insigne? Lorenzo è un giocatore vero, non si può discutere uno così. Non gli manca nulla, beato il Napoli che ha un calciatore così. La squadra di Gattuso ha perso qualche punto a causa degli screzi con De Laurentiis. Certe cose disturbano l’ambiente. Come si deve rapportare un allenatore ad un calciatore? Con dialogo sicuramente, ma poi deve prendere una decisione. Se Rino ha cacciato dall’allenamento un giocatore, è perché l’atteggiamento negativo si è ripetuto. 433 o 4231 per il Napoli? Sono per un calcio imprevedibile, mi piace cambiare. Ma se un allenatore fa una cosa tutti i giorni è perché ci crede”.
Fonte: Radio 1 Station