Mertens a Torino è apparso stanco, lento, a tratti quasi svogliato. Gattuso opta per il nigeriano
Osimhen che sembra più indicato a traghettare il Napoli per primo sul traguardo del quarto posto
Rino non ha mai smesso di credere nel suo ragazzo, in quell’attaccante che ha fortemente voluto e attorno al quale ha costruito il suo 4-2-3-1 per il Napoli della stagione 2020-21. Chissà, forse anche qualche piccolo rimpianto per non averlo utilizzato prima. Magari proprio dal primo minuto, al posto di un Mertens che invece è apparso stanco, lento, a tratti quasi svogliato. Da 33 a 22 ci sono ben 11 anni di differenza tra i due attaccanti del Napoli e oggi quel gap anagrafico si vede tutto. Certo, al momento della finalizzazione, Mertens continua ad essere un cecchino quasi infallibile, mentre Osimhen pecca ancora di imprecisione, ma in fase di costruzione dell’azione, il nigeriano è attualmente molto più avanti. Contro la Juventus, infatti, Mertens ha giocato troppo spesso a nascondino tra le maglie dei difensori bianconeri, costretto ad arretrare il proprio raggio d’azione nel tentativo di entrare nel vivo. A differenza sua, invece, Osimhen non ha avuto paura di fare valere la sua fisicità su Chiellini e De Ligt, prendendo tante botte ma restando sempre in piedi. Contro la Sampdoria, quindi, potrebbe tornare lui ad essere il titolare, con Mertens candidato ad un posto da suggeritore alle sue spalle o eventualmente partendo dalla panchina per poi entrare a gara in corso. Tra i due non c’è mai stata rivalità, e non inizierà certamente oggi. Entrambi remano nella stessa direzione, con Osimhen che sembra più indicato a traghettare il Napoli per primo sul traguardo del quarto posto in classifica. B. Majorano (Il Mattino)