Su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Giovanni Di Perri, infettivologo e direttore del dipartimento malattie infettive dell’Università di Torino, ecco le sue parole: “Festa dei calciatori della Juve? Il loro non era un festino, era una cena tra ragazzi giovani con le fidanzate, che è comunque proibito. Dal punto di vista del folklore da gossip, ma era una cosa molto tranquilla. Sono professionisti di un certo livello – anche remunerativo – pertanto il rammarico per la società potrebbe essere grande. Ha coinciso col fatto che, nelle stesse ore, la Nazionale tornava con 4 positivi nello staff oltre Bonucci. Ciò che è grave è che hanno perso col Benevento che è in lotta con la Fiorentina per non retrocedere. C’è un elemento in più in questa fase della pandemia: la variante inglese che è più contagiosa. Le disposizioni del protocollo devono essere attuate ancora più in maniera minuziosa ed ortodossa perché questa terza ondata è caratterizzata da una maggiore contagiosità. Ognuno cerca di tutelare il proprio rendiconto, al di là di tutto c’è bisogno di maggiore attenzione anche nella vita quotidiana, negli allenamenti e nelle trasferte. Le società hanno l’impegno di controllare i tamponi e far rispettare la quarantena fino ai 14 giorni“.