Aveva ragione Guidolin, che l’ha visto germogliare bambino e ne è rimasto incantato dinnanzi alla semplicità e alla eleganza del palleggio disinvolto sia con il destro che con il sinistro, e ogni volta che s‘incrociano su qualche campo, il «maestro» ricorda al suo allievo polacco che ormai deve fare in fretta «a segnare dieci gol all’anno, Deve provarci. Alle spalle della punta rende di più, ma per me lui è 10 classico». E si è dovuto inventare tante cose assieme: con Sarri è stato (soprattutto) mezzala; con Ancelotti è diventato un jolly dal quale attendersi la giocata più sconvolgente della partita e quindi ha girovagato un po’ da esterno e un po’ da trequartista. Ci fosse stato del tempo, per fare decollare il progetto, Zielinski avrebbe avuto la possibilità d’essere collocato, e stabilmente, dinnanzi alla difesa, in un disegno che Ancelotti stava provando ad abbozzare per farne un Pirlo moderno, 3.0. Fonte: CdS