Pistocchi: “Difficile che Gattuso rimanga in caso di raggiungimento Champions. Sul prossimo allenatore del Napoli…”

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“Questo sarà un campionato combattuto fino alla fine. Oggi danno tutti per morta la Juventus, ma io ho visto la gara di ieri: i bianconeri hanno tirato 20 volte in porta non riuscendo a segnare, mentre il Benevento 1 tiro, 1 gol. È stata anche sfortunata quest’anno, ma può succedere ancora di tutto – queste le parole di Maurizio Pistocchi, giornalista Mediaset, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Nel calcio la cosa più difficile è saper commentare le vittorie, non le sconfitte. Quando si perde la colpa è sempre e solo dell’allenatore, quando si vince è merito di tutti. Il Napoli, ad oggi, è ancora una grossa squadra grazie all’identità che ha dato Sarri. Le partite con Milan e Roma hanno dimostrato che la squadra è ancora ad impronta Sarriana. Il Dna lo cambiano gli allenatori con le idee e la mentalità. All’Olimpico ho visto un bel Napoli, che che palleggiava e giocava molto bene. Sono stati acquistati calciatori molto onerosi che ad oggi non hanno ancora reso tanto. Uno su tutti Victor Osimhen. Lo vidi giocare in Champions quando il Napoli lo ha acquistato, e vi posso dire che in spazi aperti è un giocatore fortissimo, ma meno negli spazi stretti. Ciò che ha Mertens, ad esempio. Ma il calcio italiano è fatto di catenaccio e spazi strettissimi, dunque, forse, qualche errore di valutazione è stato fatto anche da società. Il tweet di ADL? Bisogna vedere se Gattuso vorrà riavvicinarsi alla società. Le notizie sui contatti con altri allenatori hanno influenzato Rino, per il suo carattere orgoglioso non so se riuscirà a passarci sopra. È vero che se Gattuso dovesse centrare l’obiettivo Champions, avrà centrato l’obiettivo che la società aveva chiesto al mister calabrese. A prescindere dal piazzamento Champions, De Laurentiis sarà costretto ad un ridimensionamento per la prossima stagione. È vero che il Napoli ha avuto una gestione virtuosa e sta meglio rispetto ad altre, ma le perdite degli incassi Stadio si fanno sentire. Prossimo allenatore del Napoli? Io noto allenatori che in poco tempo riescono a dare una identità e altri più fatica. Ormai è di moda parlare di Italiano e di Juric. De Zerbi improvvisamente è diventato fenomeno. Roberto è sicuramente un buon allenatore, ma non eccelle in fase difensiva. Italiano, identità profonda alla squadra ma bisogna vederlo su un campo ove sono presenti delle tensioni, in una piazza che pretende. Un Ballardini, con una squadra da retrocessione, sta facendo benissimo. Lui è un allenatore capace di adattarsi alla realtà che trova. Nel calcio di oggi non può esistere un allenatore che abbia un idea sola. Oggi l’allenatore deve adattarsi in base alle necessità ed alle disponibilità che ha della sua rosa. Il Dna lo da il tecnico. Quando Lippi andò alla Juventus nel 1993, i bianconeri venivano dall’era di Trapattoni, una squadra molto difensiva. Lippi riuscì a cambiare il Dna difensivo in offensivo e arrivò a vincere la Champions. Sacchi arrivò al Milan e giocava un calcio totalmente diverso, rivoluzionò il mondo del calcio. Il suo successore fu Capello, che non voleva fare più il fuorigioco, si alzò Franco Baresi che disse che con questo modulo, il Milan aveva preso meno gol, Capello abozzò. Il Secondo gol del Napoli di ieri è di forte matrice Sarriana. Io se dovessi fare una valutazione sul futuro del Napoli, partirei proprio dall’allenatore, è sicuramente la scelta più difficile. Ricordiamoci che Kloop ha vinto dopo 4 anni, per avere risultati bisogna avere tempo e pazienza, e questo in Italia manca un po’. Polemiche anche a Bari contro Adl? Io credo che De Laurentiis a Napoli abbia fatto tantissimo, ha ottenuto dei risultati importanti, in alcune situazioni a mio modo di vedere gli è mancata la lucidità di valutare i pro e i contro. Io non avrei mai fatto andar via Sarri, gli avrei fatto un contratto in bianco, per farlo firmare e farlo rimanere. De Laurentiis probabilmente lo aveva sottovalutato, ed ha pensato che con Ancelotti avrebbe potuto fare anche meglio. Ma Carlo è un gestore di campioni, e se non arrivano campioni succede quello che è successo a Napoli. Poi ci sono allenatori che tu gli dai la materia e loro te la lavorano, questi sono i grandi allenatori: Guardiola, Sarri, Kloop. Il ritorno di Sarri a Napoli? Per me non più del 40%.

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