Ritorno alle origini per la Ferrari, ecco la SF21: «Onoreremo il nome del Drake»
Come una regina, è stata l’ultima a presentarsi. Ieri, mentre la squadra era già in Bahrein dove da domani si disputerà la prima giornata di test invernali, la Ferrari ha svelato la SF21. La monoposto magari non proprio della rivincita, ma che avrà l’obbligo di far dimenticare la disastrosa stagione 2022 in cui il Cavallino ha subito l’onta di sprofondare nella seconda parte della classifica. La Rossa, non c’è dubbio, da ferma è sempre la più bella. Ammirata da tutti. Lo era anche quella dello scorso anno che poi si è dimostrata incapace di galoppare. Dall’atteggiamento della squadra, dai volti tranquilli e distesi, dal profilo necessariamente abbottonato, si ha l’impressione che nella giostra che scatterà a fine mese nel Golfo probabilmente non sarà così. E la Scuderia avrà le possibilità di giocarsi il podio sempre. La prima cosa del nuovo gioiello che salta all’occhio è la livrea.
RITORNO ALLE ORIGINI
Colori forti per un senso di cambiamento e tinte che ricordano la tradizione gloriosa che bisogna difendere. In più, in onore dello sponsor ci sono delle finiture di verde speranza che danno un abbozzo tricolore.
La parte posteriore è amaranto come la primissima 125 S (Foto auto.it)degli anni Quaranta e come le F1 che lo scorso anno hanno festeggiato il millesimo GP al Mugello. All’altezza dell’abitacolo, il rosso cambia, diventa più contemporaneo. Il telaio, per regolamento, è rimasto più o meno quello dello scorso anno anche perché i team sono già al lavoro sui bolidi del 2022 che invece saranno completamente diversi.
La parte dove i tecnici hanno lavorato di più è quella dietro. Tutti gli sforzi sono stati concentrati a ridurre gli ingombri per rendere più rastremata la parte che si stringe verso il retrotreno per recuperare parte del carico aerodinamico perso con le nuove regole. Sono stati ridisegnati e miniaturizzati il cambio a otto marce e il differenziale spostato più in alto. Grande attenzione è stata riservata all’ottimizzazione del rendimento delle gomme che quest’anno sfoggiano una carcassa più rigida.
La vera novità è però il motore, riproggettato quasi da un foglio bianco dal gruppo diretto dall’ingegner Enrico Gualtieri. Si dovrebbe così chiudere definitamente la vicenda con la Federazione che, specificando l’interpretazione delle regole, aveva costretto il Cavallino a cambiare in corsa e a disputare l’intera stagione con deficit di cavalli che ha penalizzato sia la velocità di punta che il carico da spremere col le ali. Sembra siano stati raggiunti notevoli risultati in un area in cui la Ferrari ha l’esperienza più radicata. Migliorata l’efficienza generale e il rendimento della parte termica; rivisto anche il gruppo turbo compressore.
«Onoreremo il nome del nostro fondatore, la difficoltà recenti ci hanno reso più forti», ha tuonato il presidente John Elkann.
Fonte: Il Mattino