Diversi spunti dopo la gara di ieri al Maradona. Un Napoli che va oltre la crisi, almeno ci prova. L’editoriale di Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport:
“Sprazzi di grandissimo calcio con la firma di Insigne. Il risveglio di Osimhen, che fa un gol prodigioso, se ne mangia un altro, ma dice che è vivo. Una condizione atletica che, tra recuperi e infortuni, lentamente torna a crescere. Una insormontabile fragilità a centrocampo, che dopo il primo gol non consente di tenere il baricentro alto. Qualche consueta ingenuità in difesa, che costa una rete evitabile. Questo è il Napoli che fa uno scatto oltre la crisi.
Ma di fronte non ha il Milan, né la Juve, né la Roma, che affronterà ora in tre trasferte consecutive. Di fronte c’è il Bologna. Che è cuore oltre l’ostacolo, difesa lenta e permeabile, ma anche ordine tattico, geometrie ficcanti e, a dispetto di un tasso tecnico inferiore, guizzi individuali ammirevoli. Come quelli di Skov Olsen e Palacio. Li dividono diciotto anni: ventuno ne ha il danese, giustamente preferito a Orsolini sulla fascia destra, trentanove l’argentino. Ma hanno la stessa classe e la stessa voglia. Dal Maradona il Bologna esce sconfitto, ma a testa alta e in salute. Senza timori reverenziali, come dimostra il dominio sul possesso palla (56 per cento a 46).
Niente racconta questa partita sul futuro e sulle ambizioni degli azzurri di Gattuso. Che dopo le prossime tre gare possono trovarsi in zona Champions o piuttosto nel centro classifica. I segnali di fiducia meritano ben altra verifica, a cominciare da domenica prossima a San Siro. Ma di certo quello visto ieri non è il Napoli rinunciatario e spompato che lo Spezia e il Genoa hanno strapazzato il mese scorso, e neanche quello distratto raggiunto dal Sassuolo allo scadere giovedì. E se Mertens ancora sembra l’ombra dell’implacabile cecchino che tutti ricordano, Osimhen è tornato il talento imperfetto ma geniale che avevamo intravisto all’inizio di stagione. Il suo recupero vale doppio per il modulo di Gattuso, che vive sul contropiede. Certo, non tutto è oro in questa serata per gli azzurri. Il regalo di Demme, che si fa soffiare il pallone sul limite dell’area dopo averla ricevuta da un passaggio di Ospina simile a un azzardo, costa il gol di Soriano. E pare un tributo ideologico alla costruzione del basso che va oltre le ragioni del buon senso.
Quanto al Bologna, se riuscisse a finalizzare meglio la creatività che sviluppa, compenserebbe la sua fragilità difensiva. Per questo forse Mihajlovic può rimproverarsi l’ingresso un po’ tardivo di Barrow. Ma il risultato rispecchia il diverso tasso tecnico delle due squadre, simboleggiato dalla classe di Insigne. Quando il capitano è nella condizione atletica di ieri, il calcio torna a essere un lampo di passione nelle grigie domeniche degli interminabili divieti”.