Altri particolari sul decesso di Diego. «Marijuana e strane pasticche a Maradona»
A tre mesi dalla morte di Diego Armando Maradona, avvenuta il 25 novembre, i magistrati di San Isidro (John Broyard, Cosme Iribarren e Patricio Ferrari) e di Benavidez (Laura Capra) hanno nuovamente ascoltato due figlie dell’ex campione, le sorellastre Gianinna e Jana. Sono state integrazioni delle testimonianze raccolte il 28 novembre. Jana ha descritto non solo le ultime ore del padre, ma ha ricordato lo stato in cui viveva da quando era rientrato in Argentina, dopo le esperienze da allenatore negli Emirati Arabi e in Messico: «Lo vedevo spesso ubriaco e in nessuna occasione ho notato la presenza di Luque e Cosachov (la psichiatra che assisteva Diego, anche lei indagata, ndr)». Ha ricordato di aver visto nei mesi precedenti il padre fumare marijuana con Charly, ovvero Carlos Orlando Ibanez, che era entrato nel clan di Maradona presentando un falso documento di identità in quanto ricercato per rapina a mano armata. E ha accusato Luque: «I medici della clinica Olivos, dopo l’operazione alla testa, avevano indicato un’altra struttura specializzata per la degenza ma lui si oppose». Luque ha dichiarato che furono le figlie a decidere per il trasferimento di Maradona nella casa di Tigre. Gianinna Maradona ha detto che al padre veniva somministrata dalla psichiatra Cosachov «una droga, una misteriosa pastiglia che veniva mischiata all’alcol». L’esame tossicologico dopo la morte del Pibe ha evidenziato presenza di psicofarmaci ma non di droghe o alcol. La donna ha sottolineato che i contatti con Diego erano complicati perché veniva continuamente cambiato il suo numero di telefono. Fonte: Il Mattino