Il Napoli esce sconfitto per 2-0 contro il Granada, senza quasi mai tirare in porta e mettendo in forte dubbio la qualificazione al prossimo turno di Europa League. Nella prima frazione le due reti nei primi 20 minuti con Herrera di testa e poi Kenedy. In entrambi i casi la difesa azzurra era mal posizionata. Per il resto gli azzurri cercano una reazione nella ripresa, dove Zielinski non è preciso in due circostanze e poi l’unica parata del portiere spagnolo è su Osimhen. Al ritorno servirà un’altra squadra per tentare la rimonta. A centrocampo Elmas non incide come suo solito.
Meret 6 – Tradito prima da Di Lorenzo e poi da Rrahmani. In due minuti. Alla fine, però, evita il tris con un intervento puntuale e decisivo.
Di Lorenzo 4,5 – Svagato, anzi sfasato sul gol di Herrera: preso letteralmente alle spalle. E mica soltanto questo: una lunga sequela di errori in entrambe le fasi, la sua partita.
Maksimovic 6,5 – Qualche errore in fase di costruzione nella misura del passaggio o del lancio, ma almeno lotta come un leone: sia nella marcatura diretta sia nella chiusura di buchi vari nelle zone circostanti.
Rrahmani 5 – Chissà perché non prova neanche a infastidire Kenedy sul bis andaluso. Già, la curiosità è lecita. Passo indietro rispetto alla Juve, e spreca anche una grande occasione di testa a due passi dalla gloria.
Mario Rui 5 – Fase difensiva molto alterna e una certa leggerezza in certi approcci (come quando si fa rubare banalmente da Kenedy un pallone pericoloso). Decisamente meglio nella battuta dei calci piazzati.
Fabian 6 – La prima da titolare, e per intero, dopo quaranta giorni e il Covid: prova a dare qualità, a seminare giocate intelligenti, e tutto sommato le scelte sono quasi sempre giuste. Lui, andaluso di Siviglia, finisce con i crampi ma a testa alta.
Lobotka 5 – Tocca un discreto numero di palloni – 74 – ma è scolastico e a tratti elementare nella giocata: non riesce mai ad alzare il ritmo della squadra e anzi si adegua al tema. L’impressione è che abbia sciupato una chance.
Bakayoko (19’ st) 5,5 – Un po’ di legna e un po’ di filtro quando Zielinski e compagni di mediana provano il vano assalto.
Elmas 5 – Ha la capacità di rubare l’occhio quando parte di forza e velocità: sembra che voglia spaccare il mondo, ma poi si perde nelle soluzioni finali. E nelle conclusioni.
Politano 5 – E’ lui a perdere il pallone che darà il 2-0 al Granada, certo, ma non è mica colpa sua se nessuno riesce a fermare la maratona modello newyorkese di Machis. Detto questo, non riesce praticamente mai a saltare Neva o chiunque altro.
Zielinski (1’ st) 6 – Entra e dà un po’ di ritmo e una certa pericolosità offensiva sull’onda dei suoi strappi. Però, beh, resta il rimpianto di un paio di conclusioni sballate: eppure, con quel destro, potrebbe davvero molto di più.
Osimhen 4,5 – Un solo movimento da Osi, inserimento e tiro, però a quattro minuti dalla fine: dire che è troppo poco equivale a un eufemismo. E ora suo fratello Andrew, ieri protagonista di un’assurda polemica, non venisse a ripetere che i gol non arrivano perché la squadra non gioca per lui: deve scuotersi.
Insigne 5 – Prende un colpo dopo un quarto d’ora e ogni tanto tradisce qualche smorfia di dolore, però non si arrende. Anzi: ripiega a ripetizione, si sacrifica, ma giocoforza l’azione d’attacco ne risente e finisce con la luce spenta.
Gattuso (all.) 5 – A lui mancano nove uomini e a Martinez sette, ma la differenza vera è che il Granada lotta e gioca e il Napoli invece evapora presto. E poi si suicida in due minuti: doppio colpo micidiale per errori tecnici e una strana, quanto ripetitiva, mancanza di attenzione complessiva. L’attenuante delle assenze resta, certo, ma l’approccio della squadra non ha scusanti.
A cura di Fabio Mandarini