Il CdS vota: Meret decisivo nel successo azzurro. Osimhen lotta e si prende la sufficienza

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In una serata che poteva decretare la parola fine alla stagione del Napoli, gli azzurri battono la Juventus, mettendo cuore e tanto furore agonistico. Nella prima frazione regna l’equilibrio che viene spezzato dal rigore di Insigne, penalty concesso dal VAR per il contatto Chiellini-Rrahmani. Nella ripresa sale in cattedra Meret che si supera sui tiri di Chiesa e soprattutto di Morata. Attento anche sulle conclusioni di Cristiano Ronaldo. Azzurri che nel finale lottano in maniera gladiatoria e conquistano punti davvero decisivi per la zona Champions. Secondo il CdS bene anche Bakayoko a centrocampo e gara di sacrificio di Politano.

 

 

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Meret 7,5 Contro Morata, Chiesa, Ronaldo a ripetizione e contro chiunque abbia l’idea di sfidarlo. Contro tutti, sì, e sempre super: in uscita e soprattutto tra i pali, il meglio di un repertorio messo in soffitta da cinque partite. In realtà avrebbe dovuto guardare anche ieri, sì, ma dopo l’infortunio di Ospina nel riscaldamento s’è ritrovato eroe per caso. Però eroe: ci sono le sue mani e il suo piede (su Alvarito), a protezione della vittoria. E della pace.  

 

Di Lorenzo 6   – Dalle sue parti affondano prima Chiesa e poi Alex Sandro, ovvero due dei migliori della Juve, e nonostante qualche ansia ha il merito di non sbriciolarsi e di tenere la guardia alta.  

Maksimovic 7,5   – Non si contano le pezze e le toppe messe in serie al centro di un’area dominata insieme con il collega, al cospetto di due totem del calibro di Cristiano e Morata. Risposta di grande carattere e spessore sia in marcatura sia nel gioco aereo, dopo un po’ di partite grigie e anche nere.  

Rrahmani 7,5 Sorpresa: come Nikola il serbo e forse anche meglio, considerando che la prima chiusura da applausi su Morata arriva al volo. Sicuro, disinvolto, rapido e con personalità: una serata da gran difensore, sì. E poi, beh, la ciliegina del rigore guadagnato.  

Mario Rui 6 – Come Di Lorenzo, però a sinistra: Cuadrado e Chiesa lo martellano, senza sosta, ma la bussola non salta.  

Bakayoko 6,5  – Sembra un panterone, con quel passo, però guadagna possessi (8) e intensifica interdizione e raddoppi. Ottima la fase difensiva, a fronte di qualche brivido nella gestione e in appoggio.  

Zielinski 6 – Non è il suo habitat e si vede: tende a strappare, per natura, ma ovviamente deve frenare per non creare buchi al centro. Dosa la distribuzione del gioco senza osare. Però c’è.  

Elmas (19’ st) 6 – Nella mischia a lottare nel momento più difficile.

Politano 6 – Nel primo tempo deve abbattere un muro di nome Danilo, quasi opprimente, e così prova a stringere e tagliare appena annusa spazi. Non si risparmia in fase difensiva.

Fabian (19’ st) 6
Rientra dopo il Covid, e 8 partite, nella serata più importante: dedizione e attenzione.

Insigne 7 – Le lacrime di Supercoppa diventano baci di San Valentino: con la Juve aveva pianto e con la Juve festeggia prima il gol numero 100 in azzurro e poi l’amore con dedica alla sua bella. Su rigore, tra l’altro, l’incubo del Mapei: il destino, sai com’è. Carattere e personalità da capitano sia a ridosso della punta sia a sinistra quando Rino cambia modulo. Nella ripresa partecipa alla resistenza con il consueto ardore, dettando qualche rara ripartenza.

Lobotka (43’ st) sv – Forza fresca nel mucchio difensivo.

Lozano 7 – Indomito nell’ultima chiusura in barba a un infortunio alla coscia destra che lo blocca: cambi finiti, niente da fare, ma il Chucky coraggioso non si arrende. Che cuore e che corsa, la solita, sia a sinistra sia a destra. Dove capita: appena parte e accelera, semina scompiglio.

Osimhen 6 – Non che i compagni riescano a lanciarlo in profondità, anzi, però è ancora ingolfato. Ancora lontano da una condizione accettabile: niente fulmini e neanche saette – zero tiri -, ma voglia e sacrificio al servizio della squadra.

Petagna (30’ st) sv – Terminale unico, e solo, del 4-5-1 finale.

Gattuso (all.) 7 – In emergenza pazzesca, e con Ospina ko nel riscaldamento, ritrova il suo Napoli: catenaccio, contropiede, coraggio e anima fino all’ultima goccia. Comincia con il 4-2-3-1 e chiude con un 4-5-1 ermetico e sacrosanto. Vittoria cruciale: per la classifica, il morale e la serenità.

A cura di Fabio Mandarini

 

 

 

 

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