Da calabrase a calabrese, Massimo Mauro: “Caro Gennaro, pensa al campo e guarda avanti”

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Massimo Mauro e Gennaro Gattuso, due parole da calabrese a calabrese.
«Caro Gennaro, pensa al campo e guarda avanti. Lascia perdere adesso tutte le altre questioni».
Partiamo dalla fine, allora?
«Credo che quanto stia accadendo in queste settimane sia una conseguenza dei difficili rapporti tra società e spogliatoio».
De Laurentiis ha sbagliato la tempistica?
«Il presidente è il presidente, quindi può fare quello che vuole. Nella fase della stagione più delicata, però, si è rotto qualcosa, bisognava scegliere un altro momento più opportuno per intervenire».
Anche perché l’intervento è stato a gamba tesa.
«Dopo quattordici mesi di convivenza, immagino che Rino abbia iniziato a conoscere più a fondo il presidente. Parliamo di due personaggi forti che hanno una grande personalità».
Dove ha sbagliato il tecnico?
«Al posto suo non mi sarei lasciato andare così tanto nel post-partita. Ma lo comprendo e lo giustifico: l’adrenalina, la tensione, la delusione per i risultati che non arrivano ti portano a non dosare bene gli sfoghi».
Nel momento peggiore, arriva Napoli-Juventus.
«Sì, proprio così, soprattutto per il Napoli sarebbe stato meglio affrontare i bianconeri in condizioni psicologiche e di classifica differenti. Non è che la Juve sia messa benissimo ma Gattuso è in difficoltà maggiori».
Pirlo arriva da una striscia di vittorie consecutive in campionato, perché non è messo benissimo?
«Perché gli mancano alcune pedine essenziali come Ramsey, Dybala e Arthur e non so se Bonucci verrà rischiato. Togliere Manolas e Koulibaly in difesa, Demme al centrocampo e Mertens all’attacco è un danno superiore a mio parere».
Quindi Juventus favorita?
«Sulla carta sì, arriva meglio a questa sfida».
Gattuso e Pirlo, amici contro e percorsi opposti.
«Pirlo ha dovuto fronteggiare parecchie situazioni negative a inizio stagione, mi pare che ne stia uscendo abbastanza bene. Gattuso è partito meglio, poi si è ritrovato in un vortice di negatività e fatica a venirne fuori».
Come si è ripreso lo juventino?
«Dando un’impronta di gioco definitiva alla squadra e intervenendo anche nella mentalità dei singoli: agonisticamente parlando, la Juventus delle ultime settimane è più cattiva. Una caratteristica che manca a questo Napoli».
Come dovrà giocarsela Gattuso?
«Immagino aspettando gli avversari, come ha fatto contro l’Atalanta nella gara di andata di Coppa».
Quindi sarà la Juventus a voler comandare il gioco?
«Così dovrebbe essere. Se fossi Gattuso mi metterei nella mia metà campo ad aspettare i rivali, puntando su qualche contropiede di Osimhen. Provare a fare la partita ed esporsi alle loro ripartenze, altro non sarebbe che un perfetto suicidio. Rino non è uno sprovveduto, sa quello che deve fare».
Classifica veritiera per entrambe?
«La Juve sta risalendo e continuerà a farlo: la partita di Napoli è fondamentale nella rincorsa scudetto. Dagli azzurri mi aspettavo qualcosa in più ma non sono il solo ad essere un po’ deluso».
Quale potrebbe essere un duello chiave?
«Tutti e nessuno, nel senso che i confronti individuali avranno un’importanza relativa. Nel Napoli conterà molto di più ritrovare quella forza d’animo e quella voglia di sacrificarsi che sono venute meno nelle ultime settimane».
Per la prima volta questo storico match si gioca al Maradona.
«Mi fa un certo effetto ascoltare il nome di Diego associato allo stadio. È una cosa che nessuno di noi avrebbe voluto immaginare però è anche bello che Napoli gli abbia intitolato la casa di tutti gli appassionati. Per me Napoli-Juventus sarà sempre quella sfida memorabile del novembre 85 sotto la pioggia con il gol di Diego su punizione. La bellezza assoluta. Lasciatevelo dire da uno di quegli juventini che erano in barriera».

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Intervista a cura di Anelo Rossi (Il Mattino)

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