Morte di Diego, agonia senza fine. Per sbarazzarsi di Maradona droga e alcol negli ultimi giorni
«Per sbarazzarsi di Diego gli hanno dato birra e uno spinello. Lo ha rotto in mille pezzi».
Ogni giorno sembra che si sia toccato il fondo. Ma purtroppo non è così. Che cosa hanno fatto a Diego Armando Maradona? Possibile che tutti coloro, a cominciare dalle figlie, che continuano a ripetere quanto gli volevano bene, non se ne siano mai accorti? In che mani era El Diez? Ci sono nuove sconcertante rivelazioni, di sicuro non saranno le ultime. Altri passaggi di conversazioni anche precedenti il ricovero nella Clinica Olivos per l’intervento chirurgico al cervello, tra il medico Leopoldo Luque e un membro dello staff nelle quali si parla di droga e alcol somministrati regolarmente al Pelusa. Ma la preoccupazione del medico, rivelata da altre chat pubblicate ancora da Infobae, è che la presenza degli stupefacenti potesse essere confermata dall’autopsia: ma Diego era ancora vivo! «Si alza con tutti i postumi di una sbornia – dice Luque – la notte scorsa ha fumato e ha bevuto vino con le pastiglie… Ho detto a Max (Pomargo, il segretario di Maradona ndr) che in una autopsia salta fuori tutto».
TIMORI
In pratica i discorsi di Luque si concentrano su due punti: come evitare che l’entourage di Diego gli somministrasse cannabis e soprattutto le responsabilità legali dei medici, e quindi in primo luogo sue, nel caso in cui, dopo la morte, si fosse rivelata la presenza degli stupefacenti nell’organismo. «Non posso più sopportare che Charly (un parente della ex Rocio Oliva, poi allontanato, accusato di furto ndr) dia la marijuana a Diego. Non so come fermarlo». Poi ancora: «Per sbarazzarsi di Diego gli ha dato birra e uno spinello. Lo ha rotto in mille pezzi». In questo modo Charly poteva appartarsi con una donna che aveva portato nell’appartamento. Circostanze divenute la prassi, per questo il medico avrebbe voluto riunirsi con Matias Morla, l’avvocato. E all’interno dell’appartamento dove poi il 25 novembre Diego è morto, la situazione era insostenibile. «Tutti ieri – un altro passo delle chat – esclusa la Monona (la cuoca) e la sicurezza, fumavano marjuana».
IMPUTAZIONI
Nel frattempo martedì un nuovo capo d’accusa si è abbattuto sulla psichiatra Agustina Cosachov: falso ideologico. Si riferirebbe al certificato redatto dal medico il 20 ottobre dal quale risulta che Maradona si trovava in uno stato clinico buono, ma, ecco il punto, non lo aveva visitato. La Fiscalìa di San Isidro sta indagando per verificare se i due medici, Luque e Cosachov, sono responsabili di omicidio colposo per la morte di Maradona e le prossime due settimane saranno fondamentali. Infatti i quattro giudici a capo dell’inchiesta si incontreranno per determinare le possibili incriminazioni nei confronti delle persone che più vicine sono state a Diego nelle ore che hanno preceduto il suo decesso.
A cura di Roberto Zanni (CdS)