Gli ultrà della Juventus ordinarono ai calciatori di non scambiare più le maglie con gli azzurri

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Il Corriere Torino riporta uno stralcio dell’udienza per l’inchiesta Last Banner. In particolare, le dichiarazioni di un dirigente della Digos di Lecce, all’epoca in servizio in quella di Torino, responsabile della Squadra tifoserie. A lui, l’avvocato della Juve, Maria Turco, ha chiesto come mai, in tutti i settori dello stadio gli steward sono all’interno e invece per la curva sud sono posizionati all’esterno. Il dirigente Digos, Carmine Massarelli, risponde. «Perché hanno paura». 

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E continua rammaricandosi di quanto accadeva, ad esempio, quando i palloni finivano in curva. «Ho visto casi in cui lo steward non si è neanche avvicinato per recuperarlo: cioè, non lo fanno proprio, non vanno neanche a mettersi nelle condizioni di essere respinti. Magari l’avessero fatto, almeno mi davano la possibilità di intervenire, perché quello è comunque un reato previsto dalla legge 401 dell’89».

Tra le domande che gli vengono poste ce ne sono anche alcune su quanto accadde il 25 aprile 2018, dopo Juve-Napoli. Il gruppo «Tradizione» non gradì che i giocatori juventini avessero scambiato la maglia con quelli napoletani, dopo la sconfitta. Massarelli racconta: «Cento-centocinquanta ultrà si presentarono a Vinovo e pretesero di parlare con i calciatori: la società fu costretta a farli uscire. Chiellini, Buffon e tanti altri, e quando anche i giocatori non direttamente chiamati in causa passarono in auto, tipo Dybala, Pjanic, furono costretti a fermarsi. Il gruppo affermò la sua supremazia».

Fonte: ilnapolista.it

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