Scuola Calcio “Pro Calcio Bacoli”, il calcio sul golfo di Pozzuoli
Tommaso Manzo, Mister dell’Asd PRO CALCIO BACOLI ci parla del della scuola calcio e del calcio fatto con il panorama sul golfo di Pozzuoli.
Come state vivendo la difficoltà di questo periodo di Covid?
“Indubbiamente è stato un anno tremendo per lo sport, anche se a settembre abbiamo ripreso a singhiozzi ci siamo ritrovati di nuovo a fermarci. Effettivamente non l’abbiamo presa bene perché per noi oltre ad essere una passione è diventato anche un lavoro quindi sono aumentate le difficoltà.”
Quali sono i progetti futuri per la scuola calcio Asd Pro Calcio Bacoli ?
“Sicuramente saremo di nuovo pronti a ripartire, daremo di nuovo la possibilità a tutti i bambini di poter correre e gioire in un campo di calcio, cercheremo di poter dare qualche possibilità a qualche ragazzino più pronto di potersi confrontare con altre realtà più competitive, ma sempre sotto l’insegnamento dei veri valori di questo sport.”
Perchè un genitore dovrebbe scegliere la vostra scuola calcio?
“Scegliere la Pro calcio bacoli è molto semplice. Noi conosciamo la materia e siamo gente di calcio e oltre ad essere stati calciatori semi professionisti e professionisti siamo una delle poche realtà a non vendere fumo. Ci affidiamo solo al divertimento e alla voglia di imparare, principi fondamentali per noi.”
Come state lavorando sul territorio di Bacoli? E quali le difficoltà che si presentano?
“Stavamo lavorando abbastanza bene ottenendo anche discreti risultati nonostante non ci fossero strutture in grado di poter eccellere. Purtroppo sul territorio di Bacoli c’è una forte carenza di strutture, basti pensare che ci sono 5 scuole calcio per un campo a 11 e due, tre campetti di calcio a 5. Siamo ai limiti della prosecuzione però tutto questo non ci ferma.”
Un ricordo piacevole, che riaffiora sempre?
“Ce ne sono due di ricordi piacevoli. Uno è sicuramente aver vinto un torneo estivo che si giocava nello stadio federale di Castel di Sangro dove battemmo il più quotato Pescara nella categoria 2008 e poi la vittoria al Frosinone Cup sempre con i 2008. Vedere sul volto dei ragazzi la loro gioia e la loro sofferenza nel raggiungere quel risultato contro squadra molto più organizzate è stato un qualcosa di straordinario che mi ha reso fiero di loro e al tempo stesso mi ha commosso come se l’avessi vinta io da giocatore.”
Com’è stato il passaggio dalla visione del calcio giocato, al calcio insegnato?
“Direi che il passaggio è stato meno duro del previsto perché ero consapevole di quello che stavo per fare. D’altronde negli ultimi anni di carriera lo stavo già facendo in campo da giocatore, passare dal
Campo a fuori è stato facile anche perché ero convinto della scelta che stavo facendo.”
Ed inoltre aggiunge un pensiero personale all’intervista:
“Non fate scuola calcio per pubblicità o per altro, fatela perché volete insegnare veramente qualcosa ai ragazzi. E soprattutto non cercate di imitare gli altri perché i ragazzi se ne accorgono, sono molto svegli, piuttosto insegnategli a stare in uno spogliatoio, a spogliarsi, a rivestirsi, a come sistemare il vestiario, all’ordine, e soprattutto insegnategli che bisogna essere puntuali agli appuntamenti senza scuse, senza se e senza ma. Insegnategli le cose che hanno insegnato pure a voi anche se sono vecchie di 30 anni. Avranno sempre un grande impatto su di loro, svelate anche qualche piccolo segreto di spogliatoio, ma solo se ci siete stati in uno spogliatoio vero e non nelle “puteche” delle salumerie e macellerie. Il calcio lo deve insegnare chi ha sempre fatto calcio.
A cura di Antonio Pisciotta