LA SFERZATA DELLA PROCURA
Alessandra Flamminii Minuto, una dei procuratori nazionali dello sport, bacchetta severa il mondo del calcio. «È una vicenda inedita, che si inserisce in un contesto di campionato ripreso da poco e che era in stato confusionario anche se mi pare che leggendo le vicende della Casertana la confusione resti – spiega – Il Napoli era preoccupato perché aveva giocato con il Genoa ed era per questo dovuta l’interlocuzione con le autorità sanitarie. Eppure, questa condotta ha avuto un ruolo determinante nella condanna del Napoli. Il giudice sportivo non deve tener conto della condotta della società ma solo se c’era o no una forza maggiore, se c’era l‘oggettiva impossibilità della prestazione da parte del Napoli. E questa c’era. È stato fatto un passo più lungo della gamba dalla Corte d’appello».
Ed è De Laurentiis che chiude l’udienza. «Ho avuto il Covid e sono rimasto 40 giorni a letto e con me altri sette componenti della famiglia e ho capito la gravità della pandemia. Il Napoli non poteva contravvenire a quelle ordinanze precise. Cosa avrebbero fatto gli altri napoletani visto che in quel momento la Campania era la regione più contagiata? Mi sono attenuto alle indicazione delle due Asl. La positività di Zielinski ed Elmas come ragione per non partire? Ma il Napoli ha 27 giocatori di alto profilo, tant’è che 10 giorni dopo abbiamo battuto 4-1 l’Atalanta che è una furia. Io avevo interesse a giocare contro Pirlo che era solo all’inizio in quei giorni. Le illazione e le deduzioni sono prive di fondamento». La camera di consiglio è brevissima, le idee era già chiare. Meno di due ore è arriva la decisione. Fonte: Il Mattino