De Laurentiis: “Non mi preoccupano le due sconfitte, son dispiaciuto per Rino, vede proprio male, male”

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Era un presidente sereno, fin dal suo arrivo al palazzo del Coni, proprio alle spalle dello stadio Olimpico. Come sempre nel Van, posto davanti: scende e saluta tutti. «Io sono fiducioso sempre nella vita, non possiamo essere condannati, non potevamo andare a Torino dopo aver giocato con il Genoa sette giorni prima». Non deve intervenire nel dibattimento, lo fa solo brevemente ma più che altro perché il presidente Frattini quasi lo sollecita. Alla fine dell’udienza che il Napoli e il Collegio hanno voluto a porte aperte, va via a piccoli passi. Prima di fermarsi sotto il grande pino decorato che è nella hall del Palazzo H. «Non sono preoccupato per le due sconfitte in campionato, ci possono stare, piuttosto mi dispiace per lo stato fisico di Gattuso e spero si riprenda al più presto. Ha dei problemi che si ripercuotono sull’occhio, deve prendere il cortisone, ho visto con lui la gara della Juventus sabato sera e lui vedeva doppio, non riusciva a vedere bene. In queste condizioni non ha alcun tipo di responsabilità. Spero che si riprenda prestissimo, è un grandissimo tecnico che ha grandi attributi, spero che si riprenda fisicamente e mentalmente per portare avanti la squadra verso lidi importanti». De Laurentiis ha chiamato Gattuso per commentare la sentenza in serata. E il tecnico non ha nascosto la propria soddisfazione. Ringhio era allo stadio Maradona, al termine della rifinitura della squadra, quando ha ricevuto da Giuntoli la notizia dell’accoglimento del ricorso e del ribaltamento delle sentenze dei primi due gradi. Il tecnico non vive ore tranquille, non sta bene, i problemi all’occhio lo tormentano e non gli danno tregua. Quella sera è stato tra quelli che più di tutti non si è dato pace per la mancata partenza. Aveva preparato una tattica assai spregiudicata per mettere alla corde alla Juventus. E lui per primo ha sempre sottolineato come giocare con Pirlo alla terza giornata sarebbe stato più vantaggioso che affrontarlo adesso.  P. Taormina (Il Mattino)

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