Già messe le scritte con il nome Maradona all’interno dello stadio
Intitolare lo stadio a Maradona in una sera del genere è un ossimoro: uno stadio vuoto dedicato al Campione che riempiva gli stadi. E non solo quello del Napoli. Sì, è un giorno storico per il calcio della nostra città. Lo sa bene Gattuso, che ieri si è detto emozionato e lo sa bene anche De Laurentiis che questa sera sarà ancora in tribuna. Ieri anche le scritte ufficiali sono apparse ovunque nel vecchio impianto di Fuorigrotta che proprio qualche giorno fa festeggiava il suo compleanno numero 61 dalla sua inaugurazione. Una decisione che ha messo d’accordo tutti in questa città che ha una certa attitudine a dividersi per ogni cosa. Diego Armando Maradona, dunque, si chiama così lo stadio per scelta popolare, quasi per acclamazione. Cambiare il nome a uno stadio per amore è una scelta rara, straordinaria: i nomi degli stadi cambiano ogni anno, ma solo per soldi. Ovunque, Trovato lo sponsor, ecco che il vecchio impianto modifica il nome per marketing. Persino il Barcellona ha messo all’asta il marchio del Camp Nou: e c’è il sito Pornhub che sta pensando di fare una offerta. Ci pensate? Perché funziona così nel calcio di adesso e che va ancor più alla ricerca di risorse finanziarie senza star troppo a storcere il naso, vista la crisi legata alla pandemia. Napoli invece fa fare un passo a lato al suo amato Santo, San Paolo, che ha legato il suo nome all’impianto dal 1963, per volontà della Diocesi di Pozzuoli, dopo che per qualche tempo si era chiamato stadio del Sole. Il vescovo Sorrentino pretese e ottenne che fosse intitolato a Paolo di Tarso, l’apostolo di Gesù che, nel suo viaggio in Italia, sbarcò proprio su quel tratto di costa napoletano. E la Diocesi puteolana nel 1984 non aveva fatto marcia indietro, dicendo di no alla proposta di dedicare lo stadio ad Attila Sallustro il bomber degli anni 20 e 30. Ma davanti a Maradona anche il vescovo di Pozzuoli ha detto sì. P. Taormina (Il Mattino)