San Paolo o Maradona? Nino D’Angelo: «Polemica inutile non si discute di una chiesa»
E' incredulo Nino D'Angelo sulla polemica della questione stadio
È incredulo Nino D’Angelo sulla questione dello stadio che a breve verrà intitolato al campione argentino e sulle polemiche nate nelle ultime ore: «Ma veramente stiamo discutendo se sia o meno il caso di intitolare lo stadio di Napoli a Diego Armando Maradona? Cose da pazzi». Basito di fronte alle critiche di chi trova inopportuno sostituire il nome di San Paolo col grande campione argentino. «Mi pare una polemica veramente inutile, forse alimentata per un poco di pubblicità personale. Dai, ma che siamo impazziti? Mica fanno sul serio?».
C’è chi considera triste che si cancellino così facilmente i segni della fede. «E mica stiamo proponendo di intitolare una chiesa a Diego. Nemmeno un ospedale, una scuola. Stiamo parlando di intestargli lo stadio della città. Maradona è stato il più grande calciatore di tutti i tempi. Intitolargli uno stadio, il suo stadio, è una cosa che sta nella natura, nella normalità dei fatti. Penso che lo faranno in tutto il mondo. In Argentina, ovunque. Ma di che stiamo parlando? Secondo me non c’è da pensarci nemmeno un minuto. Stiamo ancora ragionando? La tabella Stadio Diego Armando Maradona dovrebbe essere già lì».
Qualcuno dice che Maradona non è un esempio. «Ma che c’entra? Ripeto: non gli stiamo intitolando un ospedale o una scuola. Nemmeno una chiesa, non capisco perché poi parlino i sacerdoti. È una competenza del Comune, della prefettura. Che c’entra la Chiesa? Io sono un cattolico, sia chiaro. Però la fede non c’entra niente, qui. Mica stiamo facendo una gara a chi è più santo. Niente da dire su San Paolo, per carità. Ma non stiamo scegliendo Maradona perché è più santo di lui. Parliamo di uno stadio di calcio e dello sport. E il Maradona calciatore lo è un esempio, eccome. Lo sa che il giorno della sua morte, in tempo di Covid, quando da mesi non si parla che del virus, tutte le prime pagine dei grandi giornali di tutto il mondo, hanno aperto su Diego? Non è una questione napoletana, è un riconoscimento mondiale. Noi abbiamo la fortuna di avercelo avuto, un campione così e discutiamo pure».
Alcuni continuano a fare la differenza tra il calciatore e l’uomo. «Questa differenza il calciatore e l’uomo, francamente, ha un poco stancato. Io l’ho conosciuto Diego, ero suo amico, potrei parlare anche dell’uomo. Io ammiro anche l’uomo, non solo il calciatore. Ce ne sono tanti che fanno anche peggio di quello che ha fatto lui, lo fanno di nascosto e poi fanno la morale agli altri. Siamo un Paese di moralisti. Diego semmai ha fatto male solo a se stesso, e anche morire così da giovani è un segno di una deriva personale. Ha pagato tutto sulla sua pelle. Ma agli altri non ha mai fatto del male. Però, io nella polemica uomo/calciatore non voglio nemmeno entrare. Qui non stiamo nemmeno parlando dell’uomo. Parliamo proprio del grande campione. Non intitoliamo lo stadio di Napoli al più grande uomo di tutti i tempi. Meno che mai a un santo. Lo intitoliamo al più grande calciatore mai esistito. Qualcuno ha dubbi in merito? Mi pare difficile. Allora non c’è proprio discussione».
Il mito di Diego Armando Maradona può diventare un progetto per la città: un itinerario turistico nei suoi luoghi, un museo dei cimeli? «Maradona per me è Napoli. Ed è stato il Napoli. Noi dovremmo ringraziare il cielo di averlo avuto qui da noi. Di essere stati toccati da questa fortuna. Non avevamo mai vinto nulla. A lui è stato detto: ti prendiamo perché dobbiamo vincere. E lui ci ha fatto vincere due scudetti e una coppa Uefa. Ha fatto la squadra, ha fatto il successo, ha riempito Napoli di emozioni uniche. Gioie indescrivibili. Chi ha vissuto quegli anni lo può capire. Da lì nasce l’amore di Napoli per Diego. Era uno di noi. Maradona è l’uomo di Napoli nel mondo, dappertutto si sovrappone lui alla città. C’è una identificazione chiara tra la sua figura e Napoli. Quindi può senza altro essere un elemento di attrattiva per la città. Bisogna saper costruire qualcosa sul suo nome. Qualcosa di organizzato, di duraturo. Ma se cominciamo già a mettere in discussione l’intitolazione dello stadio, dove ci avviamo? Io dico di partire da una cosa naturale e semplice. Stadio Diego Armando Maradona: ma che teniamo da parlare?».
Intervista a cura di Antonio Menna (Tratta da Il Mattino)