Serao (Ex VP Napoli): «Quando a Maradona dissi del doping mi rispose: ma che c’entra col calcio?»

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Davanti al dirigente che gli comunicava la brutta notizia Maradona mostrò stupore:

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«Ma che c’entra con il calcio?».

Francesco Serao, commercialista e vicepresidente del Napoli nell’ultima stagione azzurra di Diego, ricorda ancora quella sera del 24 marzo del ‘91, quando il campione scoprì di essere stato trovato positivo al controllo antidoping di una settimana prima: tracce di cocaina.

Serao, dove eravate? «Nel ristorante “Zeffirino” a Genova dopo aver perso 4-1 contro la Samp e prima di rientrare in aereo a Napoli. Finita la cena, riferii a Maradona che era arrivata quella brutta notizia».

Diego ha spesso detto che nessun dirigente del Napoli andò a salutarlo a casa prima della partenza per l’Argentina. «Non è vero. Andai io nel giorno di Pasquetta proprio perché avevo saputo che stava per partire. Sulla porta mi bloccarono due persone: “Diego è già in autostrada, non c’è nessuno”. Mai saputo chi fossero».

Lei era diventato vicepresidente del Napoli alla vigilia dell’anno più tormentato di Diego. «Cominciammo con la mancata partenza per Mosca. Io ero a bordo dell’aereo privato di Franco Ambrosio e provai a far ritardare il decollo per portare Diego con noi. Poi lui prese un altro volo e raggiunse la squadra. Era la vigilia del suo anniversario di matrimonio e mi chiese di accompagnare lui e la moglie Claudia nella Piazza Rossa. Era vietato l’accesso, però dissi al soldato di guardia che quell’uomo impellicciato era Maradona. Fece passare soltanto lui».

In Spartak-Napoli Diego partì dalla panchina. «Moggi era stato categorico: chi non parte con la squadra non gioca. Ma dopo un bruttissimo primo tempo vi fu una riunione nello spogliatoio e l’allenatore Bigon fu convinto a farlo giocare. Perdemmo, comunque».

A un certo punto lei diventò il tramite con Diego. «Quando non veniva ad allenarsi, Bigon mi chiedeva di andare a casa per capire, per parlargli. La moglie Claudia una voltami disse che era disteso in bagno e non poteva farmi entrare».

Un mese prima della squalifica il Napoli mise Maradona fuori squadra. «Non era partito per Cagliari, due giorni dopo a Soccavo riunii la squadra e dissi a Diego che era fuori rosa. Lui rispose: “Ok, ma domenica posso giocare?”. Giocò e fece due gol al Lecce».

Maradona interruppe il rapporto col Napoli nel ‘91, ma lui aveva deciso di andare via già due anni prima. «Fu un errore non cederlo al Marsiglia nell’89. Maradona voleva partire perché riteneva esaurito un ciclo. Ferlaino forse ci aveva pensato, però quando cominciò a circolare questa voce in città si creò tensione. Alla luce di quanto sarebbe poi accaduto si doveva accettare quella offerta. Il rapporto con Ferlaino si incrinò, ricordo l’ironia di Diego quando lo incrociava: “Dove va presidente, venga qui”. E rideva».

I sorrisi che quell’anno le regalò Maradona? «Durante la riunione per il premio scudetto venne concordata la cifra di un miliardo di lire a patto che non vi fossero dichiarazioni contro la società perché altrimenti sarebbero scattate salate multe e la cifra si sarebbe ridotta. Diego disse: “E allora viva Ferlaino”. E poi ricordo le soste negli autogrill durante le trasferte. A un certo punto Maradona spariva e noi ci facevamo mille domande. All’improvviso riappariva e si tornava sul pullman, dove tirava fuori una confezione di smarties e ne mangiava venti in una volta»

F. De Luca (Il Mattino)

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