Il Mondo è per Diego. Ci sono situazioni della vita in cui le parole non sono tutto, non rendono quello che il cuore vorrebbe dire. E allora lo spazio lo devi dare alle facce incredule, a chi si dispera, a chi disegna Maradona giganti, a chi tira fuori dal cassetto una 10 perché è un sogno che non puoi negare a un bambino, a chi gli fa una dedica speciale. Come a uno di famiglia che non c’è più. Perché lo sport ha perso l’amico geniale, alcuni solo un avversario, altri un nemico carissimo. Conta il campo, il resto lasciatelo dove era, fuori. Il fatto che Diego non ci sia più non può passare subito, vogliono ricordarlo ovunque. Strade, piazze, murales, maxischermi, c’è la Coppa Maradona in Argentina, ci sarà presto lo stadio Maradona a Napoli. La Champions e l’Europa League avevano fatto subito il minuto di silenzio, lui era morto proprio in quelle ore. E poi è accaduto negli anticipi di tutti i campionati europei. Sobri gli inglesi in Premier – anche se Carlo Ancelotti si è commosso – seri i tedeschi in Bundesliga, per esempio con la maglia di Diego sugli spalti a Dortmund, in Ligue 1 già venerdì sera, tra Strasburgo e Rennes, i calciatori delle due squadre hanno formato una M al centro del campo e dovranno almeno averla provata perché non doveva essere semplice. Da noi – in Italia, la sua seconda casa calcistica – minuto di raccoglimento, lutto al braccio, applausi e ricordi – il messaggio Adios Diego – al decimo di gara su tutti i campi come deciso dalla Figc in suo onore sulle note di “Live is Life”. Di 10 in 10, tutti per Diego. Fonte: CdS