Le ultime ore di Diego Maradona sono diventate da inchiesta. Bisogna accertare cosa sia realmente successo. L’infermiera personale, Gisela, ha fornito versioni differenti: arrivata per il turno del mattino, ha detto di «aver sentito» Maradona muoversi in casa, intorno alle 7.30. Poi ha raccontato di averlo visto alle 8. Diego si sarebbe rifiutato di prendere i farmaci. In una terza versione, l’infermiera ha spiegato di «averlo lasciato dormire». Ma poi ha ammesso di essere stata «costretta» a dare questa ricostruzione. Da chi? La procura non ha fatto nomi. In compenso sappiamo che l’infermiera di nomi ne ha due: Gisella, ma la chiamano “Daiana”. Secondo alcuni media, Diego si sarebbe alzato alle 10, avrebbe fatto pochi passi per poi sentirsi stanco, al punto da doversi rimettere a letto. A mezzogiorno, su questo concordano tutti, Maradona è stato trovato a letto senza segni di vita. Non c’è stato, però, ritardo nei soccorsi. L’avvocato dell’ex campione, Matias Morla, aveva parlato di ambulanze arrivate con mezz’ora di ritardo, ma non è così: la prima è arrivata dopo undici minuti. La telefonata d’emergenza è stata fatta alle 12,17, l’arrivo dell’ambulanza è stato registrato dalle telecamere all’ingresso del residence alle 12,28.
Fonte: CdS