Diego vive. Nel cuore di chi l’ha vissuto e amato e nella testa dei giovani che oggi, ascoltando i racconti sul mito, se ne innamorano trent’anni dopo. Diego è storia senza tempo, leggenda infinita, eroe dei due mondi. «Se ne va un grande campione – ha dichiarato il presidente della Figc Gabriele Gravina, ricordandolo con commozione – è un lutto grandissimo per il calcio. Maradona non si può dimenticare, lo porteremo per sempre nel cuore insieme a tutta Napoli. Ha rappresentato l’estasi del nostro sport, il suo genio calcistico è un’opera d’arte che rimarrà per sempre». Il numero uno della Federazione aveva 34 anni quando el Pibe de Oro infiammava il San Paolo con le sue giocate, trascinando la squadra azzurra al primo scudetto. Nel frattempo stava nascendo la favola del Castel di Sangro, che Gravina ha portato dalla Prima Categoria alla Serie B, ma il richiamo del fenomeno era troppo forte: «Il mio rapporto con Diego Armando Maradona è stato da tifoso e appassionato – ha dichiarato il numero uno del calcio italiano – Ai tempi d’oro del suo Napoli frequentavo spesso lo stadio San Paolo, sono un innamorato del calcio e quando giocava lui non potevi sottrarti a quella magia, dovevi assistere a quello spettacolo dal vivo se ne avevi la possibilità». Per omaggiare il grande campione la Figc ha disposto nel fine settimana un minuto di raccoglimento prima dell’inizio delle gare di tutti i campionati. G. Marota (CdS)