Come si fa a spiegare il dolore di un argentino? Dall’altra parte del mondo è primavera inoltrata, quasi estate, si cammina tranquillamente a mezze maniche. Con la mascherina. La casa di Diego la conoscono tutti. È lì che aveva deciso di intraprendere l’ennesima riabilitazione, è lì che si sono radunati tifosi e curiosi: chi ha lasciato un mazzo di fiori, chi una sciarpa del Boca, chi ha acceso semplici lumini. Gli stessi gesti replicati all’esterno dell’ospedale dove Diego è stato accompagnato ieri poco prima di mezzogiorno, scortato da tre autoambulanze, una corsa folle nel vano tentativo di riuscire nell’ultimo miracolo. E poi, immancabile, la Bombonera, la casa del Boca Juniors che vuole cambiare nome, come il San Paolo. I gialloblù non scenderanno in campo oggi nella partita di Coppa Libertadores: hanno chiesto e ottenuto il rinvio della sfida contro l’Internacional. Loro e tutti gli altri, in questi giorni niente calcio nel Paese del calcio. Come ha sottolineato Claudio Tapia, il presidente dell’Associazione calcistica argentina, al quale è toccato comunicare l’ufficialità della notizia.
Il Mattino