«Una volta accompagnai Diego in ospedale per una visita medica. Entrò un infermiere e quando si accorse che c’era Maradona svenne». Uno, mille aneddoti per Armando Aubry, Armandino per tutti, colui che negli anni di Maradona a Napoli conosceva indirizzi e numeri telefonici, spostamenti e luoghi del cuore. Armandino è stata l’ombra del Pibe. L’ombra buona rispetto ad una pletora di accompagnatori che per Maradona perdeva un po’ di dignità.
Cosa sono stati quegli anni di Maradona a Napoli?
«Bellissimi. Napoli ancora oggi vive di Maradona. Pensi che mia moglie, che non ha mai visto una partita in vita sua, scopre dei gol del Napoli ascoltando le urla dei palazzi circostanti e oggi mi ha chiamato dicendo: Armando hai sentito? È morto Maradona».
Una notizia che l’ha presa di sorpresa?
«Non posso dire che sia un fulmine a ciel sereno. Tutti sappiamo delle patologie di cui soffriva. Ma è un profondo dolore».
Ancora oggi è il punto di riferimento di quanti vogliono conoscere il Maradona napoletano.
«In occasione dei suoi 60 anni ho accompagnato in giro per Napoli la troupe della Tv svizzera. Incredibile quanto affetto ci sia ancora per Maradona in tutto il mondo».
Amico, uomo di fiducia, confidente?
«Grandissimo rispetto tra di noi. Ricordo le corse per portargli i passaporti prima della partenza per Mosca, oppure i viaggi a Roma alle 5 del mattino per accompagnare i suoi genitori, o quando portai suo fratello Hugo ad Ascoli Piceno, la città peggio collegata d’Italia. E quando vincemmo la tormenta di neve sull’autostrada».
La tormenta?
«Sì, fu in occasione di una ospitata da Enrica Bonaccorti a Roma nella trasmissione del mezzogiorno».
Cosa accadde?
«Mi chiamò l’allora direttore generale Pierpaolo Marino e la dirigente Rai per raccomandarsi della puntualità. Alle 9 eravamo sotto casa sua».
E lui?
«Scese in ritardo. In direzione Roma fummo sorpresi da una tormenta di neve all’altezza di Caianello. Pregavo affinché mi dicesse torniamo indietro e invece dormiva. Allora mi misi dietro uno spazzaneve e arrivammo a Roma. La Rai ancora mi ringrazia. Perché gli ospiti romani non riuscirono ad arrivare. Solo Claudio Villa si presentò in studio scherzando con Maradona sull’altezza. Si misurarono. Diego era più alto».
Lei di calciatori ne ha portati tanti in giro per Napoli.
«Oltre Maradona sono stato molto con Fonseca e Lavezzi. Per tutti le stesse esigenze. Lavezzi mi diceva: posso girare solo di notte, sogno una passeggiata sul lungomare con mio figlio. A Maradona accadevano le stesse cose. Era impossibilitato a girare Napoli di giorno».
E lei lo accompagnava anche di notte?
«Lì c’erano i suoi amici. Lui era circondato di persone buone e meno buone. Magari avesse ascoltato i consigli delle prime». Gianluca Agata (Il Mattino)
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