Sembra aprirsi più di uno spiraglio. La “lite” tra Gravina e Sibilia potrebbe mettere in altra luce la vicenda Napoli. Il patron azzurro potrebbe “cambiare” il volto della giustizia sportiva, prendersi la sua rivincita sulle istituzioni e ribadire l’autonomia dei giudici federali. Lo scrive, nel suo editoriale, Antonio Corbo su La Repubblica:
“Davanti ad Aurelio De Laurentiis c’è una scena nuova. La lite feroce tra Gabriele Gravina e Cosimo Sibilia, presidente e vice della Federcalcio a 110 giorni dalle elezioni, offre da poche ore una prospettiva favorevole.
Il collegio di garanzia del Coni che esaminerà il terzo ricorso del Napoli ha appena rimarcato la sua indipendenza: sul commissario del calcio a 5 ha dato ragione a Sibilia e torto a Gravina, che furibondo si rivolge ora al Tar.
I due personaggi di vertice della Federcalcio spostano lo scontro al di fuori dei confini federali. Gravina mette in discussione la stessa autonomia della giustizia sportiva e apre a sua insaputa una porta al Napoli.
Il Napoli si è sfilato dal protocollo molto rabberciato di Lega e Federazione per salvare il campionato in tempo di Covid. Sullo sfondo c’è il rischio di una rovinosa crisi finanziaria: 15 club su 20 temono di non pagare gli stipendi, tutto il calcio di andare in default secondo l’allarme dell’interista Marotta, la presidenza Gravina di saltare sotto i colpi inevitabili di Coni e governo.
È l’ora delle decisioni. La prima sul ricorso. De Laurentiis deve battersi su 4 fronti:
-
annullare il 3-0 a tavolino;
-
giocare la partita con la Juve;
-
eliminare il punto di penalizzazione;
-
ribaltare le accuse sulla ricerca di un alibi.
Davanti a Coni e Tar non si discute sul merito, ma su eventuali difetti di legittimità. Il Napoli può contribuire finalmente a migliorare la giustizia sportiva. Dipende da lui.
Obiettivo: la trasparenza delle strutture federali. Basta poco. Se nelle sentenze si legge l’irritazione del sistema, va garantita l’indipendenza dei giudici federali.
Come?
1) Non più scelti dal consiglio federale su proposta del presidente, ma nominati da Governo o Coni.
2) Mandato di 4 anni non rinnovabile.
3) Mai più pescati fra Tar e Consiglio di Stato.
2) Mandato di 4 anni non rinnovabile.
3) Mai più pescati fra Tar e Consiglio di Stato.
Se la giustizia amministrativa è l’ultima speranza di chi è sconfitto dai giudici federali, perché fargli ritrovare gli stessi nomi e le stesse facce?”.