Calcagno (pres. AIC): “Gli spostamenti danno un rischio maggiore di contagio”
Umberto Calcagno, Presidente AIC, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Marte nel corso della trasmissione Si gonfia la rete: “Certamente gli spostamenti danno un rischio maggiore di contagio, anche se fanno parte di una situazione normale per i calciatori. Ci sono zone più colpite rispetto ad altre. La convivenza con il virus ha bisogno di responsabilità, sarà necessario minimizzare i rischi attraverso i comportamenti individuali. Poi è fuori di dubbio che gli spostamenti aumentino i problemi ma dobbiamo stare alle regole. Noi abbiamo un’interlocuzione con tutte le autorità internazionali e si sta riflettendo. Già mesi fa parlavamo di una rimodulazione dei calendari. Credo che una riflessione vada fatta perché la salute dei calciatori sarà in futuro anche non sottoporre i top player a spostamenti, viaggi e un numero di partite esagerato, che in futuro potrebbe addirittura aumentare. Si rischia un ingolfamento di calendari che non farà bene al sistema”.
Protocolli ancora al passo con i tempi?
“Secondo me ci sono due piani differenti. Il nostro protocollo è quello che implica una procedura maggiore, così come i costi. Seguiamo l’atleta e il gruppo squadra in maniera attenta. I protocolli vanno rispettati, abbiamo chiesto un’autorità centralizzata che guardasse a tutto questo. Non c’è per me oggi una necessità ulteriore riguardo ai protocolli. La gestione delle ASL poi non è un piano sportivo, sono norme statali. Noi ci siamo confrontati con le autorità competenti e il problema non c’è solo nel mondo del calcio ma pure in quello della scuola. Loro interpretano norme, quarantena, contatti stretti, cose che esulano dal nostro potere. Abbiamo chiesto uniformità, noi dobbiamo salvaguardare la regolarità delle competizioni. Riguardo al protocollo, credo che invece vada bene. C’è oggettivamente necessità di un’uniformità, noi l’abbiamo chiesta a gran voce”.