Vidal: “Napoli e Atalanta mi hanno impressionato. Ancelotti? Ti entra nel cuore”

il "guerriero" dell'Inter ai microfoni del Corriere dello Sport

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Il Guerriero non scherza. Vuole vincere. Lo ha fatto ovunque in carriera e intende ripetersi. Il Guerriero è uno che, anche durante un’intervista, ti guarda negli occhi e ti conquista perché ti fa capire che di battaglie nella sua carriera ne ha vissute tante. Molte le ha fatte sue combattendo anche a fianco del migliore al mondo, quel Leo Messi che considera «di un altro pianeta», più forte di Cristiano Ronaldo. Il Guerriero è Arturo Vidal, il centrocampista che Conte ha fortemente voluto all’Inter e che ha scelto la maglia nerazzurra proprio perché in panchina c’è Antonio da Lecce, un vincente come lui. Re Artù è a Milano da una manciata di settimane, ma è già molto… interista. Sente che il meglio deve venire e non ha paura a dirlo. E’ pronto a lottare per la sua squadra e il suo allenatore. Uno così è sempre meglio averlo al proprio fianco.  

 

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Vidal, lei ha vinto ovunque. Perché è convinto di riuscirci anche all’Inter, dove un trofeo manca da quasi 10 anni? «Perché ci sono un progetto serio e un allenatore che ha sempre voglia di vincere. Lo scorso anno la squadra era forte ed è andata vicina a conquistare l’Europa League grazie a giocatori “affamati”. Il gruppo ha tutto per ottenere qualcosa di importante e ora sono arrivato anche io…».

Si parla di lei all’Inter dall’estate 2019, ma è sbarcato a Milano solo da un mese. Perché questo ritardo? «A Barcellona stavo bene: lì c’era un bel gruppo, con compagni che sono diventati più che amici. Quando uno è felice, vuole rimanere dove sta. Dopo le cose sono cambiate e ho preso la decisione di venire qua. Ho tanta fame di rivincere il campionato e il sogno di conquistare la Champions».

Nella sua decisione quanto ha pesato la presenza di Conte? «Sono qui soprattutto per lui. Siamo stati tre anni insieme alla Juventus, abbiamo vinto e quella è stata un’esperienza indimenticabile. Lui mi voleva: abbiamo parlato tanto la scorsa estate e sia lui sia la società hanno fatto il massimo per farmi venire all’Inter».

Quale compagno l’ha sorpresa di più finora? «Hakimi, Lukaku, Lautaro… Qui sono tutti fortissimi e anche giovani. Se imparano dal mister, ci toglieremo delle soddisfazioni».

Lukaku può vincere la classifica dei cannonieri? «Sì, secondo me sì. Romelu è davvero un top».

Le danno fastidio le critiche che ha ricevuto in questo inizio di stagione o per un giocatore orgoglioso e vincente come lei sono solo uno stimolo? «Per me sono uno stimolo, però tante volte sento e leggo critiche senza senso. Nel calcio quando uno fa una bella partita diventa un fuoriclasse, mentre se un campione sbaglia un incontro, di colpo viene considerato scarso. Certi giudizi non mi interessano: sono 15 anni che gioco a calcio al massimo livello e so come vanno le cose. Normale che tutti parlino di me e che mi critichino, ma io sono molto tranquillo e cerco di fare bene quello che chiede l’allenatore».

In campo come si trova ad agire qualche metro più indietro rispetto al solito? Ora è più un mediano che un “assaltatore”… «E’ una posizione nuova perché ho sempre giocato più avanti anche per sfruttare le mie caratteristiche realizzative. Ora la squadra ha bisogno che stia più dietro, che aiuti la difesa. Arriverà anche il momento in cui tornerò a far gol. Ho sempre segnato in carriera e ci riuscirò anche all’Inter».

A che percentuale di forma è adesso Vidal? «Mi sento abbastanza bene e finora ho giocato quasi sempre, ma posso fare di più. Voglio essere importante per la squadra».

Che Conte ha ritrovato a Milano? E’ davvero “diverso”, più buono anche con voi giocatori? «No è lo stesso della Juventus. Lui ama il calcio, te lo fa sentire e ti trasmette la sua passione e la sua voglia di vincere».

Quindi con voi nello spogliatoio non è “tenero”? «Tenero? Si arrabbia molto se sbagli e te lo dice in faccia, davanti a tutti».

E’ l’allenatore con cui ha avuto più feeling in carriera? «Sì anche se ne ho avuti altri con i quali sono stato bene. Con Conte, però, siamo alla seconda esperienza insieme e mi trovo a meraviglia».

Chi è invece quello con cui ha legato di meno? «Bielsa».

Qual è il pregio di Guardiola? «Come ti insegna il calcio».

E quello di Ancelotti?  «E’ una bellissima persona. E’ uno che ti arriva al cuore e ti entra dentro». 

Deluso dai risultati dell’Inter in questo inizio di stagione? «Per come abbiamo giocato meritavamo di più. Molto di più. Senza certi errori le avremmo vinte tutte e invece…».

Ha più rammarico per il ko nel derby o per quello di Madrid? «Per tutti e due. Il Real è una delle squadre più forti del mondo, ma ce la siamo giocata faccia a faccia e questo è positivo. Dispiace per il risultato. Non dimentichiamoci però che l’Inter ha avuto la forza di rimontare dal 2-0 al 2-2 e di sfiorare la vittoria. Se mettiamo a posto alcune cose, ci toglieremo delle soddisfazioni».

In Champions la qualificazione agli ottavi è ancora possibile? «Sì, abbiamo molta fiducia e sono convinto che andremo avanti. Finora abbiamo lasciato per strada 2-3 punti e dobbiamo riprenderceli».

E’ giusto pronunciare la parola scudetto oppure a -5 dal Milan è meglio non farlo? «Io quella parola non ho paura di pronunciarla perché in carriera ho vinto molto e sono venuto qua all’Inter per continuare a farlo. Sono convinto che riusciremo a sollevare un trofeo importante».

La Juventus è ancora la favorita per lo scudetto? «Sì. La favorita numero uno».

Dopo averlo avuto come compagno quattro anni, è rimasto stupito dal vedere l’esordiente Pirlo subito sulla panchina bianconera? «Sono contento che abbia iniziato così. Andrea è un bravo ragazzo e in questi anni siamo rimasti in contatto. Abbiamo un bel rapporto».

Che effetto le farà sfidare la Juventus con la maglia dell’Inter addosso?
«Un po’ strano, ma darò sempre il massimo per la squadra che ha fatto di tutto per avermi. Io sono uno che lascia sempre il cuore in campo e lo farò sia contro la Juventus sia contro gli altri avversari che sfideremo».

Quando lei era al Bayern e Ronaldo al Real, ha subito una delle più grandi delusioni della sua carriera, l’eliminazione nella semifinale di Champions… Ha voglia di rivincita? «Quella è acqua passata. Io punto a battere qualsiasi formazione ho di fronte, per essere il migliore. Questo indipendentemente dal nome dell’avversario». 

CR7 o Messi: chi è il più forte al mondo? «Non c’è paragone. Messi è di un altro pianeta».

Quando lei se n’è andato da Barcellona, Messi su Instagram le ha scritto: “Sei un fenomeno, torneremo a incontrarci”.
«Dei due anni che ho trascorso con lui mi sono rimaste nel cuore tante cose. Tra noi è nata una bellissima amicizia, un rapporto che resterà per sempre. Quando una persona come Messi ti scrive certe parole, ti passano tante cose nella testa. Saremo uniti per la vita. Anche quando me ne sono andato dalla Juventus e dal Bayern, però, ho ricevuto testimonianze d’affetto da altri ex compagni. Non sono amico solo di Leo… (sorride, ndr)».

A fine stagione Messi resterà a Barcellona? «Non lo so. Spero che sia felice e che prenda ogni decisione con il cuore».

Quel “torneremo a incontrarci”, magari, sottintende la volontà della Pulce di venire a Milano dove ha già comprato casa… «Non lo so, vediamo… Io sono qua (ride di gusto, ndr)».

E’ pronto per il match di domani a Bergamo?  «Sì e non sarà facile. L’Atalanta e il Napoli sono le squadre della Serie A che più mi sono piaciute finora. L’Atalanta magari lascia qualche spazio, ma esprime un calcio intenso e bello. I risultati degli ultimi anni non lasciano dubbi».

Se ripensa ai comportamenti sopra le righe che ha avuto fuori dal campo in passato, cosa non rifarebbe? «(Inizia a ridere, ndr) Tutto, tutto… Ora sono più grande e sono concentrato sul lavoro in campo e sul dare il massimo. Da giovani a volte qualche sbaglio può capitare di farlo».

In caso di vittoria dello scudetto è pronto a tagliare la cresta? «No, la cresta non si tocca. Magari a fine carriera… Ora però no: è parte del mio modo di essere. In campo e fuori».

Si esalta se la chiamano Guerriero? «Sì. E’ il mio soprannome e il mio modo di essere in campo».

Chi è più in forma: lei o la sua fidanzata Sonia che su Instagram sembra super allenata? «Difficile scegliere, ma secondo me… sempre lei (sorride, ndr)».

Quanto è importante per lei la figura di Juan Ramirez, il suo personal trainer? «Molto importante. Il calcio sta cambiando e tutti hanno bisogno di qualcosa in più per migliorare o per rendere al top. Juan per me è indispensabile: mi aiuta quando non sono al meglio e mi fa completare un importante lavoro di prevenzione».

Come vanno le cose nella sua scuderia di cavalli in Cile? Ha vinto qualche corsa importante di recente?  «Adesso ci stiamo dedicando alla crescita dei cavalli più giovani che abbiamo per poi farli correre. Quando finirò con il calcio giocato ho un futuro nell’ippica».

Ha mai contato quanti tatuaggi ha sparsi sul corpo? «Non saprei».

Quali sono i più importanti?
«I nomi di mio figlio e di mia madre».

Ha già deciso quale sarà il prossimo che si farà? «Spero proprio la Champions. Dopo averla vinta…».

Quanto è pesante giocare in stadi senza pubblico? «E’ un po’ strano perché il calcio senza gente è diverso: si sente meno la pressione e tutti giocano uguali. Con la gente si vedevano di più i giocatori forti, quelli che spinti dalla folla davano di più. A me piaceva tanto quando i tifosi si infiammavano per una mia scivolata. Speriamo tornino presto sugli spalti».

Quanto è cambiata la sua vita con questa pandemia? «E’ cambiata, come è cambiata la vita di tutti. Sono molto preoccupato dal Covid e speriamo che questo anno terribile finisca velocemente. Tifo per il vaccino e perché questo virus sparisca. E’ difficile per tutti stare chiusi in casa». 

 

A cura di Andrea Ramazzotti (CdS) 

 

 

 

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