Gattuso: “Nessuna colpa del Var o dell’ Europa, è mancata la qualità”

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Il veleno, quello che predica da sempre, lo deve avere tutto lui, stasera. Il Napoli visto in campo ne era privo. Deve sentirlo in bocca anche quando dà la mano a De Zerbi a fine partita. Però, non cerca alibi, tantomeno scuse, Rino Gattuso. Non parla di rigori e Var, e non accenna alla stanchezza europea. In conferenza il tecnico dosa le parole, non fa drammi e prova ad analizzare:  

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Gattuso, ma alla fine il rigore che ha condannato il Napoli alla sconfitta c’era? «Non tocca a me dirlo, non è giusto. Se è andato al Var e poi ha fischiato vuol dire che c’era, se non l’hanno chiamato al Var per rivedere altre azioni (il fallo su Osimhen, ndr) vuol dire che non lo hanno visto. Ma non tocca a me giudicare l’operato degli arbitri, sono episodi che nel calcio ci possono stare. Io devo pensare alla prestazione dei miei».
Che non è stata assai convincente. «Abbiamo avuto tante occasioni e non le abbiamo sfruttate. Potevamo fare di più, ma la sconfitta ci sta. Il Sassuolo è una squadra che ti fa correre tanto perché palleggia bene e noi in certi momenti della gara ci siamo fatti prendere dalla frenesia. Poi succede sempre la stessa cosa: pensiamo al fatto che non riusciamo a far gol e commettiamo ingenuità che ci costano il gol, come in occasione del rigore». 
Ha detto che la sconfitta ci sta? «È così. Non ci avevano messo in grande difficoltà prima dell’azione del rigore, anche se noi abbiamo giocato sotto ritmo quando la palla l’avevano loro. Vero che non abbiamo sofferto molto il Sassuolo ma è anche vero che nel complesso non è stata una prova buona, perché dobbiamo continuare a lavorare e aiutare Osimhen a trovare qualcosa di diverso dalla ricerca della profondità»
Uno scivolone pesante? «Non dobbiamo ascoltare chi parla di scudetto o di non scudetto. Noi abbiamo l’obiettivo di tornare in Champions e l’unica cosa che dobbiamo avere in testa è arrivare tra le prime quattro. È un campionato particolare questo, tutti sappiamo che con le cinque sostituzioni le partite cambiano faccia».
Con il Sassuolo non vi è riuscito? «I cambi stavolta non hanno dato la svolta. Ma noi le occasioni le abbiamo avute, ma è mancata la qualità. Il problema non è stato a centrocampo. Non siamo stati brillanti come nelle prime partite, ma ci può stare».
Il rinnovo con il Napoli è a ottimo punto? «Per carità, lasciamo stare questo discorso. Ogni volta che parlo di rinnovo non ne vinco una, anche al Milan era la stessa cosa…».
Può aver pesato la prestazione di giovedì? «No, non bisogna darsi degli alibi. È stata una prova che fino al momento del gol non mi ha deluso. Poi il rigore ha cambiato tutto. Non ricordo ci abbiano messo in difficoltà prima del rigore. Non ho visto una squadra stanca. Vedo una squadra che lotta, anche se non brillantissima come le prime partite».
Mertens appare in difficoltà. «Sentivo che c’era chi parlava del modulo. Ma è lo stesso modulo con cui gioca da inizio stagione e che lo ha esaltato fino ad adesso. Può capitare di avere dei momenti così, ma è anche vero che viene cercato poco».
A Glasgow ha conosciuto Sean Connery, il mio mitico degli James Bond del cinema. «Era vice presidente della società e l’ho visto, in realtà, una sola volta. Mi parlò una sera, non voleva che andassi via. Fu un incontro divertente. Ma non mi chiese di fare l’attore perché non avevo il suo fascino».

P. Taormina (Il Mattino)

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