Aldo Agroppi ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Punto Nuovo, durante la trasmissione Punto Nuovo Sport Show: “La stampa ha bisogno di fare titoloni e di sorprendere sempre e comunque. Raggiungono lo scopo e i tifosi ci credono. Se a me abbiano mai chiamato ‘Maestro’? Mai. Ai miei calciatori, dicevo di chiamarmi per nome. Non mi è mai importato di certe cose. Ma attenzione: dare troppa confidenza ai calciatori, diventa controproducente. Fare l’allenatore è difficile e serve personalità per farlo. Se diventi un loro amico, può rivelarsi molto pericoloso. Ho lasciato il calcio perché ormai ero vittima di uno stato depressivo che mi ha stravolto la vita”.
“E il calcio stesso è stata la causa della mia depressione. Sei sempre al centro della critica e della polemica. I calciatori vivono in un mondo dorato e se ne fregano dei problemi che un allenatore vive nel corso della settimana. Molti di questi sono delle mezze tacche che si credono arrivati, perché guadagnano 2-3 milioni all’anno”.
De Zerbi?
“Ne parlano tutti bene, ma ha una fortuna: allena in una piccola cittadina, dove tutto è serenità e non esistono televisioni o radio che possono contestarlo. E poi ha una società modello alle spalle. A Sassuolo è difficile fare male, perché non ci sono pressioni e in una grande città, questo è quasi impossibile. Se non hai intelligenza, non puoi gestire le polemiche e chi rema contro”.