Grassani: «Il ricorso per la Corte d’Appello è pronto: il Napoli ha rispettato un obbligo inderogabile»
Il legale azzurro: "Napoli nel giusto ribalteremo il verdetto"
Il Napoli voleva andare a giocare, è errato dire che aveva volontariamente disdetto l’aereo già il sabato per evitare la partenza per Torino: ne aveva un altro pronto anche per le 14 di domenica, ma serviva una deroga scritta dell’Asl che non è mai arrivata e i calciatori non potevano lasciare la quarantena. Il giudice Mastrandrea non può parlare di volontà di non effettuare la trasferta», spiega l’avvocato Mattia Grassani, coordinatore del pool di legali che assistono il club in questa controversia. Conclusioni: «Si tratta di una sentenza ribaltabile in secondo grado e siamo pronti a depositare il ricorso presso la Corte Sportiva d’Appello, ma se sarà confermata ricorreremo al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni. È scontato».
I TEMPI
E allora, parola al patrocinante. All’avvocato Grassani, dicevamo, ieri per la prima volta protagonista di una serie di dichiarazioni ufficiali alla vigilia del ricorso. «Facciamo innanzitutto chiarezza sui tempi», dice ai microfoni della radio ufficiale. «Venerdì abbiamo inoltrato l’istanza di ricorso per avere la documentazione ufficiale che comprende alcuni atti nostri e altri del Giudice sportivo: una volta ottenuti, avremo altri cinque giorni per presentare i motivi».
In sintesi: il ricorso sarà depositato tra venerdì e lunedì. «Dal momento del deposito, ogni giorno sarà utile per andare a discutere al cospetto della Corte d’Appello».
NIENTE DEROGA
Il Napoli fonderà la propria tesi innanzitutto sulla stretta osservanza della legge statale. E dunque sul rispetto delle prescrizioni delle Asl: secondo il club azzurro, le Pec di venerdì 2 ottobre e sabato 3 ottobre attraverso le quali le Asl Napoli 1 e Napoli 2 Nord parlavano di isolamento obbligatorio per gli stretti contatti di Elmas, Zielinski e Costi positivi al Covid, concetto tra l’altro ribadito con forza dalla Presidenza della Regione ancora via Pec, non rappresentavano una semplice indicazione come sancito dal giudice Mastrandrea, bensì un obbligo. Nel suo dispositivo, invece, il giudice sportivo ha ritenuto che il Napoli avesse rinunciato a effettuare la trasferta sin dal sabato, contravvenendo al Protocollo, e che un ordine vero e proprio sarebbe arrivato soltanto alle 14.13 di domenica 4 ottobre, giorno della partita mai giocata con la Juve. «Se ci viene detta questa cosa, evidentemente ci sono problemi: la squadra voleva andare a Torino, ma non si può mettere la testa sotto la sabbia. No, non era possibile violare la quarantena: l’Asl può concedere per iscritto una deroga per andare a giocare in quella giornata. E in quel caso non è mai arrivata». E ancora: «Queste partite vanno giocano, non decise a tavolino con penalizzazione: violentano il campionato».
F. Mandarini (CdS)