BOCCATA D’OSSIGENO
I 20 presidenti non hanno neppure valutato la proposta del fondo Fortress, arrivata poche ore prima dell’assemblea. La Lega proseguirà a trattare in esclusiva con la cordata formata da Cvc, Fsi e Advent: l’obiettivo è una Media Company che si occupi della parte commerciale. Un progetto simile a quello su cui aveva lavorato Aurelio De Laurentiis che puntava, però, al totale controllo della MediaCo da parte della Lega, senza inserimenti altrui «in totale autonomia». Ma quel 10 per cento che potrebbe finire, al termine della trattativa, nelle mani di Cvc-Advent-Fsi porterà subito almeno 250 milioni nelle casse dei club (su un totale di 1 miliardo e 650 milioni).
Non sono spiccioli di questi tempi, con gli incassi a zero e con molte sponsorizzazioni in bilico. Almeno 40 milioni verrebbero utilizzati subito per lanciare il Canale tv della Lega. Secondo il piano presentato dal fondo Cvc, la partnership dovrebbe durare almeno fino 2030. Dal Pino ha avuto un grosso sostengono da grossi club, Andrea Agnelli e Paolo Scaroni e Urbano Cairo sono stati fra i primi ad appoggiare questa rivoluzione finanziaria che apre al nostro calcio nuove prospettive. «Era la scelta migliore da fare», dice il presidente del Torino Cairo. Che poi fa una dura autocritica. «In questi anni abbiano gestito male la Lega. Ben venga che un soggetto importante come Cvc, che ha grande esperienza nello sport, che ha fatto benissimo nella Formula 1 e nel rugby, faccia un investimento molto grosso come farà, visto che hanno offerto 1,650 miliardi.
Investe per acquistare il 10% ed è un operatore molto qualificato che può fare un grande lavoro nella scelta dei giusti manager per sviluppare i diritti tv nazionali ed esteri». Ieri sono emerse le differenze manifestate soprattutto da Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis in merito alla presenza dei fondi. Ed è lo stop agli intermediari come Wanda o Mediapro, scongiurando scenari consueti fatti di aste deserte, tribunali e controversie. La Lega diventa un broker con una propria governance che sarà il tema dei prossimi mesi. Il via libera con una maggioranza superiore ai due terzi sui fondi comunque non era scontato. Alla stretta finale si arriverà entro metà novembre. Fonte: Il Mattino