Gismondo: “Chiudere il calcetto non lo capisco. I calciatori con sintomi lievi, e quasi tutti asintomatici”
A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show è intervenuta la professoressa Maria Rita Gismondo, virologa dell’Ospedale Sacco di Milano: “Non bisogna perdere il senso pratico: va conciliato con la scienza e la psicologia delle persone. Esistono delle tabelle indicative sul rischio di contagio: se non c’è un contatto diretto di almeno 15 minuti il contagio non avviene. 80-90% dei casi delle persone ha una bassa capacità di infettare, tenere chiusi gli sport all’aperto. La palestra è un ambiente chiuso con una potenzialità più alta di una concentrazione del virus rispetto al campo di calcetto. Si confondono anche le idee: portiamo le mascherine, cerchiamo di avere una distanza di un metro e mezzo o due se dobbiamo stare a contatto con le persone. La stretta di mano è pericolosa se siamo stati a contatto con una persona infetta e portiamo le mani alle mucose. Di tutti i positivi tra i calciatori solo pochissimi hanno avuto una linea di febbre, il pericolo non è che siano loro infetti ma che possano portare il virus a persone fragili. Lasciamo vivere gli altri. A casa ho un compagno che mi informa su tutto, siamo stati con l’animo sospeso per Ibra (ride, ndr)”.