NAPOLI – La verità, tutta la verità, è in quel carteggio che ora giace, nelle sue innumerevoli copie, tra i tavoli di casa De Laurentiis e tra le mani degli ispettori della Procura Federale. Nella borsa dell’avvocato Mattia Grassani e pure tra i pensieri sparsi del giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea. Juventus-Napoli non è mai cominciata e non è ancora finita, strano a dirsi, ma quando si comincerà a giocarla, seriamente, si finirà per interpretarla in punta di diritto.
La «madre di tutte le partite» si tiene la scena egualmente. «Rischia» di trasformarsi in un caposaldo giuridico del calcio ai tempi del Covid-19. E resta lì, nell’attesa di una sentenza che ormai va considerata imminente. Ma che non altera l’umore d’una società convinta d’essere nella legalità e che non è intenzionata, come confessato dall’avvocato Mattia Grassani «ad accettare nessuna sanzione. Neppure quella che si potrebbe definire minore».
La settimana più inquieta del calcio contemporaneo giace, adesso, tra le mail e gli aut aut delleAsl. Tra gli ordini a non partire per Torino e le discussioni a distanza. E tra le pieghe di ciò ch’è stato detto, riemerge il posta e risposta con l’Autorità Sanitaria Locale. Che, in nome nella legge, ha praticamente emesso il triplice fischio di chiusura di una gara «a rischio». Fonte: CdS