Carolina Morace: “Sono una donna che ama una donna”
Il mondo del calcio non vive solo la momentanea bolla dovuta al Covid, ne vive un’altra da molto più tempo. Quella di un mondo rigorosamente maschio, virile ed eterosessuale. Uno stereotipo che cozza con la realtà, visto che si dice sempre quanto il “pallone” sia lo specchio della nostra società. E’ omofobico e discriminatorio, il “diverso”, se proprio lo si vuol definire così, teme di esporsi e si nasconde. Non lo fa più Carolina Morace, ex calciatrice ed allenatrice che parla di se stessa al Corriere della Sera: “Come mai ho deciso di parlarne solo ora? Credo che nella vita ci siano momenti in cui le cose diventano naturali. Un giorno, le parole nascono con nuova spontaneità. L’ho fatto per le ragazze del nostro calcio, le più giovani. Ma anche per le mie amiche 40enni o 50enni che non trovano il coraggio di raccontarsi. Il mondo del calcio è pieno di pregiudizi e omofobia, per molti uomini il non uscire allo scoperto è come una protezione. Quando ho detto a mio padre che mi sposavo con una donna lui mi ha detto che bastava fossi felice. Ci siamo sposate due volte. Come mi definisco? Sono una donna che ama una donna”.