ESCLUSIVA – Alberto Maria Picardi (giurista): “Juventus-Napoli? E’ illogico e aberrante dare il 3-0 a tavolino”
La vicenda Napoli-Asl e le polemiche che vengono da Torino sulla mancata disputa della sfida all’Allianz Stadium, non lascia indifferente il calcio e non solo. Si attende la sentenza del Giudice Sportivo e le eventuali mosse del club di De Laurentiis. Di questo ma non solo ilnapolionline.com ha intervistato il giurista, magistrato con la funzione di Consigliere di Corte d’Appello Alberto Maria Picardi.
La polemica Juventus-Napoli, per la decisione dell’Asl di non far partire la squadra ha scatenato le polemiche. Lei cosa ne pensa in merito? “Le polemiche nascono, a parer mio, da una scarsa conoscenza non solo delle disposizioni che sono intervenute sulla materia, ma anche, ed è, forse, ancor più grave, dalla scarsa conoscenza, da parte di chi vive nel mondo del calcio professionistico, dei fondamenti e dei principi del diritto, tra cui, in particolare, quello della gerarchia delle fonti e della imperatività dell’atto amministrativo. Mi spiego meglio: è stato stipulato di recente, tra la Lega, e gli organi tecnici del Ministero della Salute, un “protocollo”, cioè una sorta di accordo con il quale le parti si impegnano a gestire casi di positività da Covid-19 accertati tra i giocatori. In particolare, è stato stabilito, tra l’altro, che se la positività non riguarda un determinato numero minimo di giocatori all’esito di test ripetuti fino al giorno della gara, gli altri componenti, benchè messi in isolamento fiduciario perché individuati come “contatti stretti” dei giocatori positivi, possono giocare tranquillamente. Tale protocollo richiama, poi, a sua volta, il contenuto di una circolare del Ministero della Salute, del giugno 2020, nella quale viene espressamente disposto che le AA.SS.LL. competenti alla gestione dei calciatori risultati positivi, nel momento in ui dispongono l’isolamento fiduciario nei confronti degli altri contatti stretti (che per i calciatori sono anche i componenti del cd. “gruppo squadra”), possono (si badi bene: “possono”, non “devono”) consentire lo svolgimento della attività agonistica – anche in trasferta – a quelli che sono risultati negativi all’ultimo test realizzato quattro ore prima dalla gara. Ciò premesso, l’ASL di Napoli, per la vicenda attinente alla positività del calciatore Piotr Zielinski, pur avendo disposto l’isolamento fiduciario dell’intero gruppo squadra, non ha “autorizzato” lo svolgimento della gara da parte dei suoi compagni che fossero risultati negativi all’ultimo test. Non lo ha fatto, per delle evidenti ragioni sanitarie (e cioè perché ha ritenuto che non vi fossero le sufficienti ragioni di sicurezza pubblica) ed anche perché la A.S.L. non è affatto tenuta a rispettare il protocollo suddetto, che è un atto convenzionale da lei non sottoscritto, ma è tenuta solo a rispettare le leggi dello stato e i relativi regolamenti e circolari, come quella suesposta del giugno 2020, che è stata da lei applicata in pieno. L’isolamento sanitario di pressochè tutti i giocatori del Napoli, allenatore compreso, trattandosi di un provvedimento urgente imperativo ed esecutivo, emesso da una pubblica autorità locale nel pieno dei suoi poteri, ha impedito, per causa di forza maggiore (i latini direbbero “factum principis”), che la squadra del Napoli si potesse presentare a Torino a giocare la partita. E’ noto, infatti, che il mancato rispetto delle prescrizioni in tema di isolamento sanitario comporta, per i soggetti risultati, nelle more, positivi al virus, la violazione di norme anche penali e costituisce il reato di di cui all’art. 260 del R.D. 27/07/1934, n. 1265 (Testo Unico delle Leggi Sanitarie) punito con l’arresto da 3 a 18 mesi e con l’ammenda da euro 500 ad euro 5000, a meno che non si configuri il ben più grave delitto di epidemia, colposa o dolosa. Francamente grave ed irresponsabile è, quindi, il comunicato della Lega Calcio diramato ieri che, dopo tutto quanto accaduto e regolarmente comunicatole dalla Società Calcio Napoli, confermava la fissazione del match alle 20,45 invitando la squadra del Napoli a presentarsi lo stesso a Torino con tutti i membri del gruppo per il quale è stato disposto l’isolamento. Tale “invito” costituisce, oggettivamente, una vera e propria condotta, costituente reato ex art. 414 c.p., di istigazione a delinquere, perché si invitano i calciatori in isolamento a violare un ordine della pubblica autorità, o quantomeno di istigazione a disobbedire le leggi (!)”.
Le critiche di Andrea Agnelli sul mancato rispetto del protocollo da parte del Napoli. Considera parole pesanti o c’è un fondo di verità? “Non capisco che rilevanza hanno sulla vicenda. Mi pare di aver capito che imputa alla squadra del Napoli la mancata costituzione immediata della cd. “bolla”, cioè dell’isolamento dell’intero gruppo squadra del giocatore risultato positivo presso la struttura del centro sportivo. Ma ciò non ha nulla a che vedere, ne ha connessione alcuna con il provvedimento dell’ASL che, come ho detto prima, ha ritenuto, per esigenze di sicurezza sanitaria, di non “autorizzare” la trasferta dei predetti giocatori, così impedendo, di fatto, lo svolgimento della gara. Trattasi, all’evidenza, di condotta ascrivibile all’ente sanitario, a cui i giocatori e la società dovevano assicurare pieno rispetto ed attuazione per evitare la commissione di reati”.
A sua sensazione il Napoli giocherà la sfida contro la Juventus o gli verrà confermata la sconfitta a tavolino? “La sconfitta a tavolino non ha alcun senso giuridico e innanzitutto logico. Sono sicuro che già innanzi all’organo di primo grado di giustizia sportiva non sarà comminata”.
Lei come vive le partite da tifoso del Napoli? “Sono un tifoso del Napoli da quando ero bambino e mio padre mi portava a vedere le partite del Napoli di Luis Vinicio. Ma questa vicenda, mi creda, non ha attinenza alcuna con il tifo, ma solo con la logica elementare e con i principi essenziali del diritto studiato ai tempi dell’Università”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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