Se ne parlerà ancora per molto. Juventus/Napoli, la non presenza azzurra a Torino, il ruolo delle ASL, la sconfitta a tavolino…Ma, mai come in questo caso, saranno le menti legali a muovere le pedine sulla scacchiera e a studiare carte e documenti. Ciò che è certo è che il Napoli, nella vicenda, andrà fino in fondo. Lo ribadisce il legale di fiducia del Napoli, l’avvocato Mattia Grassani, intervistato da Il Mattino:
“Non basta non presentarsi in campo per essere sconfitti a tavolino, la questione è da verificare. Ci sono chiare questioni oggettive che secondo noi non potevano far scattare automaticamente un provvedimento simile. Ricordiamo che il Napoli voleva giocare, ha semplicemente chiesto n rinvio perché ha venti persone al suo interno alle quali è stata imposta la quarantena. Sulla base dei documenti prodotti dalla società, riteniamo che esistessero le condizioni per giocare la gara in un’altra data.
3-0? Il provvedimento non ci troverebbe per niente d’accordo. Non lo accetteremo e quindi percorreremo tutte le strade possibili per far valere le nostre ragioni. Quindi anche Corte Suprema e CONI. La squadra è stata presa nel mezzo: avrebbe comunque disatteso una delle due disposizioni. La società ha provato anche la mediazione amichevole ma il messaggio non è stato recepito. Il Napoli non è partito perché si sono verificati degli eventi improvvisi, come due comunicazione dell’ASL e il provvedimento del capo di gabinetto della Regione che vietava la partenza. Si rischiavano sanzioni penali e non era un rischio da correre. Blackout di comunicazioni con le ASL? Loro sono intervenuti nel momento delle positività e da quel momento si è messo in moto il protocollo COVID-19, che si rifà ancora a una vecchia circolare di giugno. Il comportamento del club è stato inappuntabile”.