C’è poco da fare. Alla sfida con la Juventus, Gattuso ci arriva con un Napoli che ha trasformato nella tecnica, nella tattica e nel carattere. Prima di arrivare in serie A ha sgobbato in lungo e in largo, nessuno gli ha mai regalato niente. Ed è evidente che questo è stato il messaggio che per primo ha inviato ai suoi giocatori: io non regalo nulla a nessuno, perché nessuno ha regalato nulla a me.
E così, Lozano, Mertens, ma anche Koulibaly, Hysaj, Manolas, hanno capito immediatamente che era necessario cambiare rotta. E anche questa estate, nei pochi giorni in cui la squadra ha lavorato a Castel di Sangro, Gattuso ha spinto molto su questo aspetto. E i frutti si vedono: Politano, titolare fino all’anno scorso, per la seconda volta è partito dalla panchina ma una volta in campo ha brillato. Così come Elmas. Ed è questo spirito che colpisce. Quando si parla di Gattuso, si è spesso prigionieri di una certa retorica narrativa che pretende di ridurlo a un personaggio ruvido, senza paura e basta. Ringhio, per l’appunto. Ma il gioco di Gattuso, come il suo lavoro, hanno sfumature e raffinatezze che la squadra ha imparato ad apprezzare dopo il primo mese sull’ottovolante. Fonte: Il Mattino